TARQUINIA – E’ scesa dai 330-350mila quintali degli anni scorsi ai 130 mila quintali del 2009, con un preoccupante -60%, la produzione di grano duro della cooperativa Pantano di Tarquinia, una delle più importanti realtà cerealicole del Lazio, con 1.250 soci e 180 mila ettari di terreno, 11 mila dei quali seminati a grano duro. A ritornare sulla gave situazione di crisi già espressa sulle colonne del nostro giornale da parte del presidente Gianfederico Angelotti, è adesso anche il direttore della Pantano Antonio Farroni. «Siamo in una situazione di pre-fallimento – ha detto Farroni all’Ansa – dovuta sia all’andamento nefasto del clima che al crollo dei prezzi al produttore. Abbiamo calcolato che, ai prezzi attuali, nel 2010, gli agricoltori che eseguiranno la semina rischiano di rimettere dai 160 ai 250 euro l’ettaro. La stagione 2008-2009 è andata ancora peggio, con perdite ad ettaro superiori ai 300-350 euro». A trasformare il 2009 in una delle stagioni più nere nei 57 anni di storia della Pantano, ma non solo, è stato dapprima il maltempo, poi il crollo del prezzo del grano duro seguito al boom dei 2 anni precedenti. «Nel 2008 ha piovuto fino al 15 febbraio – spiega Farroni – quindi molti soci non hanno seminato. Chi lo ha fatto, invece, non solo ha dovuto acquistare semi e concimi a costi che nel frattempo erano aumentati di un terzo, ma ha visto il raccolto diminuire del 50-55%. Contemporaneamente, il prezzo del grano è sceso a 16,50-17 euro il quintale, circa il 30% in meno rispetto agli anni precedenti. Prezzo che è ulteriormente calato del 20%».
«Un ettaro di terreno a grano duro – spiega il presidente della Pantano Gianfederico Angelotti – produce circa 3 tonnellate. Ai prezzi attuali significa che il conduttore incassa 510 euro. Per la lavorazione però ne ha spesi 650-700. Questo perché la cerealicoltura è entrata in un vortice perverso che potrebbe portarla all’estinzione. E i primi segnali si stanno già vedendo: le associazioni dei produttori consigliano agli associati di non eseguire la semina a febbraio prossimo». A rendere ancora più difficile la situazione, secondo Angelotti, concorre il fatto che per il 2010 la produzione è prevista ancora in clamorosa diminuzione: «Intanto l’importazione di grano duro in Italia, patria della pasta, ha raggiunto il 50% del fabbisogno. Servono subito aiuti pubblici, semplificazione della burocrazia, con la drastica riduzione dei tempi di liquidazione dei premi e accesso al credito per le aziende».
Cronaca
2 Novembre 2011
«Alla Pantano una situazione di pre-fallimento»