CIVITAVECCHIA – I traffici, il lavoro svolto finora e le prospettive future, a livello tecnico come a livello organizzativo, senza dimenticare quelli che sono i problemi da risolvere e i progetti da portare a compimento. Il segretario generale dell’Autorità Portuale Giuseppe Guacci ha descritto, a 360 gradi, quello che è lo stato di salute del porto, in un periodo delicato come quello del commissariamento, che vede lo scalo locale in attesa della nomina del prossimo presidente, una volta uscito di scena Fabio Ciani.
«Una cosa è certa – ha spiegato Guacci, forte di una lunga ed intensa esperienza alle spalle, che lo ha visto protagonista, ad esempio, a Gioia Tauro come a Taranto – la nomina del presidente non deve essere un premio alla carriera. In Italia, e ancora non ci siamo riusciti, occorre costruire presidenti che siano manager: bisogna puntare su qualcuno che sappia rapportarsi con i mercati internazionali, guidando il porto su strade di sviluppo e di crescita. Basta quindi con le spartizioni politiche: bisogna fare spazio alle capacità».
Lo ha ribadito ancora una volta Guacci: «Io comunque non corro per questa poltrona». In attesa della nuova nomina, che sicuramente non arriverà prima di luglio, il segretario generale ha comunque assicurato che le strategie di sviluppo, quelle relative alla crescita di traffici ed occupazione non cambiano. «Ovvio che – ha aggiunto – servono oggi più che mai quei fondi pubblici che potremo anche moltiplicare con investimenti privati per far crescere il nostro scalo». Proprio sulla questione dei finanziamenti e della necessità del sostegno pubblico ha puntato l’attenzione più di una volta Guacci, ricordando che «finché mancheranno le infrastrutture – ha spiegato – finché non riusciremo a crearne di nuove saremo in una posizione svantaggiata. Oggi le banchine che abbiamo sono insufficienti, sono ormai sature. Un porto, e il nostro scalo in particolare, viaggia solo se ha le infrastrutture necessarie. E qui ancora c’è da lavorare».
Intanto, comunque, l’Autorità Portuale va avanti su uno dei progetti che da tempo sono attesi, quello cioè del nuovo terminal crocieristico.
«Ho chiesto alla società che gestisce il terminal – ha spiegato Guacci – di consegnarci il progetto prima di Natale e così è stato. Ora lo abbiamo mandato in approvazione alla Dogana, così come alla Polizia di Frontiera, per poter poi dare il via ai lavori».
Si tratta di una stazione marittima all’avanguardia, che sarà presentata ufficialmente al prossimo Seatrade di Miami a marzo. Una struttura, ospitata nel nuovo ampliamento dell’antemurale, a due piani, ognuno dei quali da 8 mila metri quadrati, in grado di garantire un servizio migliore alle società armatoriali e agli stessi passeggeri che transitano nello scalo. «Contiamo di poter partire con i lavori – ha aggiunto il segretario generale – entro l’anno». Una risposta importante, anche per poter attrarre ulteriori traffici.
E proprio sui traffici si è soffermato il segretario generale, confermando gli ultimi dati sottolineati anche dall’ex presidente Fabio Ciani, che parlò di un porto, quello di Civitavecchia, che nonostante la crisi mondiale, non ha subito forti flessioni, anzi, rispetto agli altri scali italiani, ha segnato anche molti valori positivi.
Basti pensare alle crociere. «In questo settore abbiamo registrato un aumento sensibile dal punto di vista del numero delle navi e dei passeggeri – ha spiegato – e anche la previsione per il 2011 ci fa ben sperare. Se consideriamo infatti i passeggeri paganti e non paganti, arriviamo ad oltre 2 milioni 400 mila passeggeri con cui chiudiamo il 2010, arrivando a raggiungere quasi i 3 milioni per il 2011. Un dato importante, se letto nel senso dell’impatto che potrà avere sulla città e sul territorio: paganti o non, infatti, sono viaggiatori che poi si recano in città, spendono, utilizzano i servizi portuali e quelli del territorio».
Numeri entusiasmanti anche quelli del traffico container. «Negli anni scorsi – ha sottolineato Guacci – la punta massima raggiunta è stata di 12 mila teus. Oggi possiamo contarne 44/45 mila, un numero importante anche se credo che la potenzialità massima del nostro terminal pubblico, i 480 mial teus, sia comunque eccessiva, se rapportata al traffico e al mercato attuale. Il nostro terminal, comunque, sta iniziando a farsi conoscere sul territorio, a crescere; si tratta di primi passi che fanno ben sperare. Basti pensare, ad esempio, che proprio a gennaio è partita la prima linea diretta per gli Stati Uniti». Dunque nessuna flessione nel traffico merci, come sottolineato qualche giorno fa anche da alcuni operatori portuali, primo fra tutti il presidente della Cpc Enrico Luciani.
«Anzi, anche il traffico ro-ro è in aumento – ha spiegato il segretario generale – abbiamo registrato delle perdite con il petrolio, come è ovvio che sia con la situazione attuale che stiamo vivendo nello scalo, ma ad esempio siamo cresciuti con il carbone e stanno riprendendo quota anche le altre merci. Il settore delle automobili è in standby, ma risente di una situazione di stallo a livello nazionale e mondiale per la vendita delle vetture».
Proseguono in salita anche i traffici legati alle Autostrade del Mare. «Nonostante le perdite registrate a dicembre – ha aggiunto – il dato annuale è positivo».
Guacci guarda poi al nord Africa, e in particolare al Marocco, sotto il profilo del traffico agroalimentare, sui cui ha sempre mostrato particolare interesse, considerata anche la vicinanza con il Car di Roma e il progetto avviato lo scorso anno insieme.
«Anche la Regione Lazio si sta muovendo in questo senso – ha spiegato – nei giorni scorsi abbiamo avuto un incontro, con l’apertura di un tavolo proprio sul progetto. E soprattutto a febbraio è in programma un incontro istituzionale proprio in Marocco: dobbiamo capire che, se gli incontri si fanno con le amministrazioni pubbliche, le porte si aprono più facilmente. Per questo bisogna garantire l’avvio di una sinergia finalizzata a far crescere e sviluppare nuovi traffici, creando così un circolo virtuoso attorno ad un territorio ricco dal punto di vista delle potenzialità, anche in vista del federalismo fiscale. Occorre rendere i porti del Lazio protagonisti di questo settore importante che è l’agroalimentare, da dove è possibile partire per crescere ed ottenere importanti risultati. Il nostro ruolo è certo quello di mettere in rapporto il Car con il Marocco, garantendo la possibilità di mettere a disposizione spazi, banchine e strutture adatte».
Per questo, quindi, tornano ad essere essenziali quei famosi fondi Cipe per 150 milioni di euro, attesi ormai da anni e mai sbloccati. Anche se uno spiraglio sembra esserci.
Un ultima battuta il segretario generale l’ha voluta dedicare alla questione dei gruisti, all’attenzione della cronaca negli ultimi giorni.
«Stiamo parlando di un problema che si sta trascinando ormai da troppi anni – ha infatti chiarito Guacci – questo settore andava dismesso tempo fa, e noi lo abbiamo ereditato in queste condizioni. Siamo convinti, comunque, a trovare una soluzione mantendo ovviamente i livelli occupazioni». Sulla vicenda sono in corso una serie di trattative, mai arrivate in porto. Le possibilità messe sul tavolo sono state diverse, ma nessuna ha mai trovato l’accordo. L’ipotesi più probabile potrebbe essere quella di cedere in blocco mezzi e uomini ad un unica azienda terza. Ma la vicenda è ancora in sede di trattativa.
Porto
2 Novembre 2011
«Crociere e container, in aumento i traffici»