CIVITAVECCHIA – Paolo Becchetti conferma quanto riferito a La Provincia sulla ‘‘riabilitazione’’ di Alessio De Sio in vista delle elezioni 2012 ma fa alcune precisazioni. “Una mia intervista rilasciata al quotidiano locale La Provincia è stata riportata abbastanza fedelmente, ma, per comprensibili ragioni di “presa” giornalistica, è stata titolata ed incentrata su un mio paradosso, e solo un paradosso riguardante una futura possibile candidatura a Sindaco di De Sio. Questo mi impone di fare il punto per esprimere con completezza il mio pensiero su tre questioni focali nel dibattito in corso: l’andamento della Giunta Moscherini, lo stato di salute del PDL ed, infine, la individuazione, se dovesse servire e solo se dovesse servire, di una griglia di possibili candidati a Sindaco. Premetto e ribadisco che a Gianni Moscherini nel Centro-destra non ci sono, o almeno io non le vedo, alter-native attuali, concrete e valide, per cui il Toto-Sindaco futuro mi pare un esercizio sterile e dannoso per l’at-tività dell’Amministrazione. La Giunta nasce su un compromesso fra militanti storici di Forza Italia – AN ed UDC, da un lato, ed una compagine, la Lista Moscherini, costruita intorno ad un personaggio che ha bene operato come Presidente dell’Autorità Portuale e formata, in larga parte, da persone con le più disomogenee, variegate appartenenze pregresse, talvolta anche incoerenti nel tempo. I collanti sono stati due: la personalità di Moscherini ed il programma. Com’è noto a chi mi conosce non apprezzo affatto l’attuale legge elettorale per i Comuni, la quale tende a costruire, da un lato, un Sindaco che viene facilmente ubriacato dalla enorme somma di poteri che in lui si concentrano e, dall’altro, dei Consiglieri Comunali demotivati e perfino un po’ depressi, che hanno quale uni-ca arma il ricatto di dimettersi in numero sufficiente a far sciogliere il Consiglio e, quindi, a far cadere Sinda-co e Giunta. Questo crea una spaventosa ed oscena ragnatela di richieste, pressioni per interessi personali, magari an-che non deplorevoli, ma comunque personali, ragnatela che lentamente, ma inesorabilmente, imprigiona il Capo della Giunta e lo snerva in continue mediazioni e concessioni che compromettono la veloce, sicura, convenuta attuazione del programma. Questa Giunta, nelle condizioni che ho esposto, sta facendo il massimo possibile ed anche di più, ma il grande cambiamento di cui la città ha disperatamente bisogno procede con lentezza e tra mille ostacoli. Il rimpasto della Giunta non è, non è stata una sola questione di contrasti personali, ma è il tentativo, da ap-poggiare e sostenere con forza, per riprendere il cammino e puntare dritti dritti a quel programma in cui la coalizione si è riconosciuta ed in cui deve ancora riconoscersi, rinunciando ad aspettative personali di incari-chi, prebende e carriere politiche. Insomma uno scossone. Il monito vale per tutti ed ovviamente anche per Moscherini, che deve fare uno scatto operativo, con i giovani che ha scelto al suo fianco e ciò senza insultare nè umiliare chi l’ha accompagnato finora nello sforzo di amministrare una città, la nostra, nella quale in politica, purtroppo la gente non si convince ma si “compra” (senza voler offendere nè accusare nessuno) con blandizie di ogni genere. E’ per me molto doloroso averlo constatato e dirlo, ma qui io vivo da quarantadue anni e sono stato onorato di una doppia elezione a rappresentare Civitavecchia in Parlamento e quindi sento il dovere (e moltissimi me lo chiedono in continuazione) di intervenire, parlare con chiarezza e durezza, se necessaria, e di non limi-tarmi a mugugnare e bofonchiare come purtroppo molti fanno, nè a brigare, per far cadere la Giunta. E qui emerge la seconda questione e cioè lo stato di salute del P.D.L. a Civitavecchia. Parto da quello che ha più volte detto Berlusconi, il quale lo ha ripetuto con forza: no alle quote, no alle cor-renti, no alle squadre, no alle cordate, no alle fondazioni, associazioni ed altre che, con tutta la buona volon-tà, nascondono germi velenosi di disgregazione e di dissipazione del grande patrimonio politico-culturale che dal 1994 ad oggi tutti abbiamo contribuito a costruire. Io sono molto amico di Francesco Giro, di Mario Valducci, di Alfredo Pallone ed ho grande stima per uomini di cultura politica diversa dalla mia come Lollobrigida, Gramazio e chi più ne ha più ne metta, i quali sono impegnati in ruoli di fondamentale importanza nelle Istituzioni: Sottosegretario, Presidente di Commissione, Assessore eccetera. Però rivolgo a loro una calda, affettuosa, amichevole preghiera: aiutino la città con i provvedimenti leciti, possibili ed utili che possono assumere o far assumere nei rispettivi ruoli, per il Teatro, per la Stazione Fer-roviaria, per il Porto, per la Sanità, per l’Urbanistica, per l’Ambiente. Però lascino che il P.D.L. locale si strutturi con iniziativa spontanea che parta dal basso e comunque da Civi-tavecchia: la costituzione del Gruppo Consiliare è un primo passo, una Assemblea Programmatica promos-sa dal Coordinamento Regionale e Provinciale sarà il secondo passo, senza capi, capetti, caporali e gaulei-ter di cui non abbiamo bisogno, anzi non abbiamo più bisogno.
Nel 1994 e nel 1996 abbiamo eletto un Deputato ed un Senatore, nel 2001 un Senatore, un Consigliere Pro-vinciale, tutti sfumati nel tempo come possibili personalità di aggregazione e di riferimento, per le trame o-scure di chi nel passato ha qui portato la politica del tanto peggio (perdere un Collegio) tanto meglio (liberar-lo per gli appetiti dei congiurati). I possibili referenti, Becchetti, Molinari, Valentino, Saporito, De Sio da Consigliere Provinciale e poi da Sin-daco, hanno certamente fatto errori e non adempiuto bene al ruolo di riferimento locale. Ma i vari congiurati ed i loro bracci armati locali sono in gran parte finiti nelle cronache giudiziarie (i nomi, per favore, no!). Allora agli amici romani posso solo dire di stare in guardia, perchè da un lato porta jella e dall’altro le loro in-terferenze, le conventicole, le componenti sono il vero ed unico ostacolo alla creazione di un P.D.L. forte, compatto, coeso che manterrà Civitavecchia nel Centro Destra. Noi che nel 1994 espugnammo un collegio blindato per i rossi, progressisti ecc. lo pretendiamo perchè que-st’area la abbiamo conquistata con le nostre personali credibilità. Propongo a Moscherini di dichiararsi irrevocabilmente, definitivamente, se ne è capace e se lo vuole,a com-ponente del P.D.L. e di chiedere ai livelli di Regione e di Provincia la conferenza programmatica che al mo-mento mi pare indispensabile. Se questo avverrà io ci sarò e farò sentire forte e chiara la necessità di un ritorno all’etica in politica ed alla sola prospettiva del bene di Civitavecchia. A questo punto e detto questo, la questione di lana caprina del futuro candidato è prematura per tutti e vellei-taria per chi si agita e va a Roma a cercare padrini, sponsor e protettori.
Non scimmiotteremo la sinistra che, mentre annega politicamente sul piano della proposta politica di alter-nanza, fa le primarie pure per decidere chi avrà le chiavi della Sezione del Partito. Dopo la creazione di un organismo forte e compatto nello spirito e nei contenuti che Silvio Berlusconi ha e-vocato ed invocato di nuovo in questi giorni, il resto sarà la logica conseguenza di tutto, purchè si scelga un forte rinnovamento con i giovani in prima fila: ne abbiamo molti, alcuni già visibili altri pronti ad assumersi le loro responsabilità.
Politica
2 Novembre 2011
«Da Roma lascino che il Pdl si strutturi spontaneamente»