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    Politica
    2 Novembre 2011
    «Fermi ad un palo dietro un progetto irrealizzabile»

    CIVITAVECCHIA – «Finalmente qualcuno che dice la verità, anche se un po’ in ritardo, sulla questione rifiuti ed in particolare sul procedimento Arrow Bio». Così si apre una nota firmata da Fabiana Attig di Freedom all’indomani delle dichiarazione dell’assessore provinciale Civita. «A distanza di poco più di due anni – prosegue la Attig – anche la Provincia di Roma, smentisce e boccia drasticamente le strampalate teorie del sindaco Moscherini sulla questione rifiuti. Ci dispiace doverlo dire, lo avevamo già annunciato: il procedimento Arrow Bio non può essere praticato nell’ambito della Unione Europea in quanto non rientrabile nei processi di trattamento rifiuti. . Infatti il “digestato”, (cioè il residuo della digestione anaerobica), ottenuto dal processo Arrow Bio in Israele, viene utilizzato tal-quale per uso agronomico. In Europa ciò non sarebbe possibile e, anche se sottoposto ad una successiva fase aerobica, vale a dire un’ulteriore depurazione, al più potrebbe essere utilizzato a ripristini ambientali. Ricordiamo inoltre che il brevetto Arrow Bio giace in Europa senza risultati dal 2003’’. La coordinatrice di Freedom critica il primo cittadino per aver “speso decine e decine di migliaia di Euro per progetti di studio di fattibilità su una cosa inapplicabile”. “Da chi era stato emesso – si domanda la Attig – il famoso parere favorevole, sul processo Arrow Bio, ricevuto da Moscherini ( sua la dichiarazione), quando ancora era in gita a Tel Aviv, da chi era stato emesso? Da quale Istituzione? Inoltre dove sono le carte per le quali la Regione Lazio mostra uno spiccato interesse al progetto in questione, tanto da indicare Civitavecchia come modello sperimentale? Ed ancora il pre-accordo firmato tra il Comune di Civitavecchia e la società Arrow Bio di Tel Aviv che di fatto ha dato il via allo studio di fattibilità, ci costerà milioni di euro di risarcimento danni? Il Piano dei Rifiuti Regionale prevede veramente l’Arrow Bio?”. “Ci auguriamo – conclude la Attig – che la nostra Presidente Renata Polverini sulla partita dei rifiuti nel Lazio, ma in particolare su Civitavecchia, non dia troppo ascolto a chi fino ad oggi ha peggiorato la situazione o peggio ancora l’ha vincolata definitivamente alla soluzione peggiore: quella di bruciare CDR a Torre Valdaliga Nord”.
    Intanto sull’argomento interviene anche l’assessore alle politiche ambientali Roscioni che smentisce e precisa punto per punto quanto dichiarato da Civita. «L’adozione del brevetto – scrive in una nota – è frutto di un atto di indirizzo già approvato dal consiglio comunale di Civitavecchia e non certo un’idea singola dell’Assessorato all’Ambiente, le perplessità espresse da Civita trovano in realtà puntuale smentita nel progetto dell’impianto, laddove è previsto un depuratore per l’acqua residua (circa il 5%) che, successivamente al trattamento, ne permetterà l’immissione in fogna ovvero un uso utile. A differenza di Israele, nel caso di Civitavecchia non è prevista alcuna separazione manuale del rifiuto. Il fabbisogno idrico è l’equivalente di una piccola piscina condominiale ed è a ricircolo interno, quindi non vi è alcun grande consumo d’acqua. Quanto alla nuova regolamentazione in merito, l’Italia dovrà uniformare la propria normativa alle disposizioni europee in materia di rifiuti (lg. 98/2008) entro il 15/12/2010. In ogni caso l’impianto andrà inserito come “pilota” o sperimentale, per la qual cosa la competenza spetta alla Regione Lazio. Il procedimento amministrativo è solo all’inizio. Va da sé che se la burocrazia prevarrà sull’innovazione, ne prenderemo atto con rammarico, ma senza poterci rimproverare di non aver fatto tutto il possibile. HoALDO comunque intenzione – conclude Roscioni – di promuovere un’educazione ambientale del cittadino allo smaltimento dei rifiuti, e quindi in merito ho intenzione di predisporre l’incentivazione al compostaggio domestico a Civitavecchia; per questo chiederò a breve la collaborazione dell’Ass. Civita e l’eventuale contributo economico della Provincia, certo di trovare nella sua sensibilità ambientale una sponda per questo progetto». Critico Aldo De Marco (Pdl), che definisce il sindaco un ‘‘incantatore di serpenti che ha provato a far credere alla città di aver trovato la soluzione al problema rifiuti. «Sono solamente del mese scorso – scrive De Marco – le ultime dichiarazioni trionfalistiche del primo cittadino: “Abbiamo risolto il problema discarica per i prossimi 50 anni’’. Oggi il bluff è stato scoperto: Arrow Bio è impraticabile in Italia perché la normativa israeliana differisce totalmente con quella Europea. Ma ciò era facilmente intuibile per tutti, tranne che per il nostro primo cittadino, che si è imbarcato in un piano che non si farà mai. Tutta l’Italia si sta adoperando alacremente nel progetto della raccolta differenziata e specie la provincia di Roma ha messo a disposizione dei fondi per attivare sul territorio la raccolta “porta a porta”. Nei prossimi anni la modalità di raccolta differenziata prevalente sarà quella domiciliare, mentre la raccolta stradale avrà un ruolo marginale su tutto il territorio provinciale, ma a Civitavecchia nulla è stato fatto in tal senso. Insomma, in tutto il comprensorio c’è uno straordinario progetto di rinnovamento, una vera e propria rivoluzione nel sistema rifiuti e noi siamo gli unici fermi al palo, dietro ad un progetto impossibile e irrealizzabile. Ora sarà interessante sapere contro chi il sindaco si scaglierà per coprire la sua inconcludenza. Darà forse la colpa al “partito del no”, come solitamente fa quando è messo all’angoletto? Basta con le finte magie”.