di MARTINA DE ANGELIS
CIVITAVECCHIA – Rabbia, avvilimento, smarrimento, sono questi i sentimenti che si sono respirati durante l’assemblea pubblica di ieri pomeriggio, per l’ipotesi della ‘‘Cittadella dei rifiuti’’ in zona Farnesiana, all’aula Pucci del Pincio. Molte persone hanno partecipato tra consapevolezza e sgomento al dibattito che ha cercato di fare più chiarezza su un’eventuale discarica in una zona protetta speciale che andrebbe a coinvolgere Civitavecchia e le zone limitrofe. Ma l’appello che è stato lanciato cerca di far capire alla cittadinanza, che il progetto è comunque uno scempio anche se fosse realizzato in una zona distante dal centro abitato. Giampiero Romiti ha presentato i principali esponenti del possibile disastro ambientale, che sono stati a turno, la dottoressa biologa e ricercatrice precaria Elisa Tremante, che con fervore oltre ad accusare «i politici che non ci rappresentano più e decidono sopra le nostre teste», ha illustrato con meticolosità la situazione attuale del piano regionale dei rifiuti che dà l’opportunità a Roma di poter smaltire i suoi rifiuti, anche oltre i suoi confini. Chiede quindi «che il ‘‘comitato locale no mega discarica’’, anche nella possibilità dell’annullamento del progetto della ‘‘Cittadella dei rifiuti’’ alla Farnesiana, non si fermi con il suo operato, ma al contrario, deve continuare a difendere i suoi territori e la salute di chi ci vive». Importanti anche le voci di Maurizio Melandri del comitato Malagrotta e del dottor Giovanni Ghirga che meglio non potevano far comprendere i danni cui potrebbe portare una discarica come quella di Malagrotta, in una zona come quella del Poligono della Farnesiana. «Una discarica come quella di Malagrotta ha bisogno di una manutenzione diligente – spiega Melandri – cosa che non accade, viste le scorie industriali lasciate scoperte sulla sommità della discarica». Inoltre lo stesso Melandri ha ribadito l’importanza «della costituzione di un comitato che prema per sovvertire questo modo di gestire i rifiuti, così da impedire anche possibili future ‘‘guerre tra poveri’’». Ghirga si definisce lui stesso «Allibito e avvilito» e con chiarezza ha mostrato i dati allarmanti delle previsioni per le condizioni del territorio, nei prossimi 10 anni, se si costruirà una discarica di quel genere: «I danni sull’ambiente si riverseranno irreversibilmente sulla salute della cittadinanza – per esempio – come quelli che creerebbe l’arsenico, che anche con piccoli livelli, nelle falde acquifere – continua Ghirga – aumenta il rischio di diabete e cancro nelle generazioni future». Tanti gli interventi di peso, da parte di Emiliano Stefanini, rappresentante di Allumiere, Simona Ricotti e Gino De Paolis di Sinistra Ecologia e Libertà che a gran voce, hanno incitato tutti i presenti a farsi valere sopra le decisioni della classe dirigente. Attesa per venerdì la manifestazione pubblica ad Allumiere, in programma per le 17, per ribadire il no del territorio ad ogni forma di inquinamento.
Società
2 Novembre 2011
«Gli effetti di una discarica sarebbero devastanti»