CIVITAVECCHIA – Il partito democratico chiede il rilancio dell’azienda e fa appello all’assunzione di responsabilità da parte della politica locale, essendo in gioco i posti di lavoro. Il gruppo guidato dal segretario Patrizio De Felici entra nella vicenda Seport, sentitosi chiamato in causa dal coordinatore politico di Freedom, e lo fa spiegando come ora più che mai serve unità per il bene dei lavoratori. «In quanto al presunto silenzio di cui siamo accusati – ha spiegato De Felici – smentiamo su tutta la linea. Insieme ad altri componenti della segreteria del Pd ho incontrato più volte i lavoratori della Seport: oggi conosciamo in maniera approfondita la situazione dell’azienda. Non si tratta di silenzio, quindi, ma di stile. Noi non siamo per la politica strillata attraverso i giornali e abbiamo lavorato per una soluzione della vicenda che fosse la più indolore possibile. I lavoratori della Seport stanno oggi pagando questa fase di crisi che come Pd ci auguriamo venga superata al più presto. Ma non ci limitiamo agli auguri; vigileremo e nelle sedi opportune ci faremo parte attiva perché i problemi siano risolti, compresa la divisione che si è venuta a creare tra lavoratori. Divisione che, tra l’altro, ha portato all’ingresso nel porto di un sindacato di destra». Anche Maurizio Iacomelli, presidente della Cpr, socio con il 32% delle quote e membro del Cda di Seport, è intervenuto per rispondere alle critiche sollevate da Fabiana Attig. «Per rispetto dei rapporti tra sindacati ed impresa non entro nel merito delle trattative sindacali – ha spiegato – è opportuno sottolineare però come Fabiana Attig plauda all’operato di un solo sindacato, quello guarda caso di cui lei stessa risulta dirigente, screditando il lavoro di tutte le altre sigle». Iacomelli si rivolge poi direttamente alla coordinatrice politica di Freedom, ricordandole che «le imprese non sono poltrone, accordi sottobanco e clientele. Fare impresa – ha aggiunto – significa assumersi la responsabilità di compiere delle scelte per salvaguardare ed accrescere il lavoro e l’occupazione, far crescere e sviluppare il territorio in cui si opera. Se ha tanta paura che vengano compiuti “accordi sottobanco” in commistione tra politica ed imprenditoria ci viene il dubbio che lei possa conoscerli. Stia tranquilla sul Cda della Seport e sul piano industriale per il rilancio e lo sviluppo dell’azienda. Sappiamo esattamente quello dobbiano fare e da soci siamo pronti a fare gli investimenti necessari. Abbiamo obiettivi importanti che richiedono valide progettualità, serietà e trasparenza ma sinceramente non dobbiamo certo spiegarlo né a lei né alla politica. Non vorrei che proprio una strumentalizzazione politica la porti a chiedere il “commissariamento per incapacità” della Seport».
Porto
2 Novembre 2011
«I soci sono pronti a fare gli investimenti necessari»