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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «Il monumento naturale bloccato dal caso Marrazzo»

    di ROMINA MOSCONI

    ALLUMIERE – «È giunto il momento che qualcuno metta da parte l’ipocrisia, dica le cose come stanno e si smetta di denigrare l’Ente, dando un’immagine distorta della realtà». Ad esprimersi così è il presidente dell’Agraria di Allumiere, Aldo Frezza, che smentisce alcune polemiche. «Per quanto riguarda il Monumento Naturale – prosegue Frezza – il 6 ottobre 2009 alle 18,30 fu convocata una riunione delle giunte del Comune e dell’Agraria, nella quale con unità d’intenti, vennero tracciati i confini e chiesto un incontro con l’assessore regionale all’Ambiente Zaratti. Il 22 ottobre alle 12 in Regione, io e il sindaco portammo una delegazione di assessori del Comune e dell’Ente e lì Battilocchio consegnò a Zaratti la piantina con i confini e lui ci promise che si sarebbe impegnato ad esaminare la proposta. Dopo 5 giorni, cioè il 27 ottobre, è scoppiato il caso Marrazzo che ha portato alle dimissioni del presidente e allo scioglimento del consiglio regionale. Visto che il Monumento naturale può essere istituito solo con decreto del presidente come potevamo fare? A chi si può dare la colpa? Può essere questo il motivo per dimettersi?». Frezza poi rispedisce al mittente anche le accuse sulla Fattoria Sociale: «Vorrei sapere dalla dimissionaria Ciucci da chi è stata messa in condizione di non poter lavorare per portare avanti il progetto. Non mi pare da me visto che gli avevo dato la piena delega». Il presidente dell’Ente collinare si toglie poi un altro sassolino dalla scarpa: «Non esiste ancora un accordo con la Rete Socialista, voglio però precisare che se i due consiglieri, di cui godo ottima stima, e il loro nuovo gruppo condivideranno il nostro programma di fine legislatura, che sarà presentato in Consiglio, sarò lieto di accoglierli aprendo così nuovi scenari politici nel nostro paese visto quello che si è aperto con un inciucio, questo sì fuori da ogni logica politica, tra Prc e Pdl». Intanto però dalla collina giunge l’intervento del dimissionario Angelo Regnani che si stravolgendo la volontà degli elettori: «Ho appreso la notizia del rientro di Pasquini nella nuova giunta Agraria, si vocifera poi dell’ingresso di esponenti del movimento socialista, eletti in minoranza e poi c’è il contestuale allontanamento del Pci che con i suoi voti aveva determinato l’elezione del presidente Frezza – scrive Regnani- . si sta compiendo un’operazione che ha puntato all’uscita definitiva dalla giunta della signora Ciucci, di Rifondazione e del sottoscritto. Se la segreteria del Pd condivide tutto questo, allora il Partito Democratico esce con un’immagine di assoluta inaffidabilità e con una etichetta di traditore della volontà dell’elettorato. Come farà in futuro a trovare alleati che siano disposti a condividere patti ed alleanze se è incapace di mantenere gli impegni assunti e non garantisce la continuità politica? Considerato che solo un anno ci separa dal rinnovo del consiglio dell’U.A come proposta subordinata ad una nuova alleanza col Prc mi dichiaro disponibile ad appoggiare una giunta monocolore PD che non preveda incarichi di assessore o di delegato a esponenti PD della vecchia giunta Frezza».