CIVITAVECCHIA – Eluana Englaro, la sua idea della vita, della qualità della vita, e della morte. E ancora, il tema della libertà di scelta, di coscienza, fino alla questione apertissima del testamento biologico. Sono alcuni degli argomenti che hanno ‘‘alimentato’’ il dibattito al partecipatissimo convegno organizzato dalla Chiesa Evangelica Battista e tenutosi ieri pomeriggio presso la sala di via dei Bastioni. Ospite dell’incontro è stato Beppino Englaro, il papà di Eluana divenuto – suo malgrado – famoso in tutta Italia per la sua battaglia, che è stata battaglia di principio e di libertà, combattuta per conto della figlia, come ha tenuto a puntualizzare: «Eluana era terrorizzata al pensiero di dipendere da macchinari. Me lo disse un anno prima dell’incidente, quando andò a trovare un suo amico che era finito in coma in seguito d un incidente. Per me, ricordando le sue parole, è stato naturale chiedere al medico, al momento dell’incidente di Eluana nel 1992, lo stato dell’arte della medicina su quel tema». Così Englaro ha iniziato il suo intervento, aprendo il dibattito su «Testamento biologico: liberi di scegliere».
«Ma ho capito subito – ha proseguito Beppino Engalro – che il potere del medico di fornire cure a Eluana, il meglio delle cure del momento, era in netto contrasto con la volontà di mia figlia. Io non sono né per gli abbandoni terapeutici né per gli accanimenti: semplicemnete voglio essere libero di dire ‘No, grazie’ ad una terapia, alimentativa, il ‘sondino di stato’, per cui ora la legge contempla solo l’opzione affermativa. Perciò, in attesa della sentenza della Corte di Cassazione arrivata dopo quasi 16 anni dal coma di mia figlia, non ho fatto altro che dare voce a Eluana la cui volontà era la mia stessa volontà. Vedevo mia figlia costantemente ‘violentata’ contro la sua volontà. Per questo sono qui per mettervi in guardia, dopo quello che mi è accaduto e che mai avrei immaginato potesse accadere a me e alla mia famiglia».
L’intervento di Englaro ha fatto seguito a quelli dei medici Arianna Izzo e Fulvio Amadori, che hanno affrontato il delicato tema approcciandolo dal punto di vista medico-scientifico. Il quadro normativo e giuridico è stato commentato dall’avvocato Cristina Riccetti: «Diritto di terza generazione, l’autodeterminazione – ha detto – è entrato nelle nostre vite grazie ai media e ai casi Englaro e Welby. Oggi noi siamo consapevoli di questo grazie ad Englaro che ha condotto una battaglia collettiva». Il consigliere comunale dei Verdi Alessandro Manuedda ha annunciato invece che presenterà una mozione per sollecitare, nella scia di altri comuni, come Roma, Torino, Firenze e Genova, l’attivazione del registro per la raccolta dei testamenti biologici anche a Civitavecchia.
Società
2 Novembre 2011
«La mia volontà era quella di Eluana»