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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «La prima centrale nucleare sarà a Montalto»

    MONTALTO DI CASTRO – «A Montalto di Castro sorgerà la più grande centrale nucleare d’Italia».
    Ad affermarlo, con non poca preoccupazione, è Angelo Bonelli, presidente e capogruppo dei Verdi per la Costituente ecologista alla Regione Lazio. Bonelli parla di rischio troppo elevato per il Lazio. «Oltre alla centrale più grande della penisola – dice rivolgendosi al sottosegretario Stefano Saglia – avremo anche le scorie radiottive, che saranno stoccate a Casaccia. La nostra Regione diventerà in assoluto la più rischiosa da un punto di vista atomico». Bonelli ha parlato mercoledì, a margine del riavvio dei due reattori sperimentali avvenuto all’Enea. Gli ecologisti hanno manifestato davanti alla Casaccia, sottolineando il fatto che in realtà i due reattori non si sono mai fermati. «Hanno continuato a produrre radiofarmaci per uso medico – ha detto ancora Bonelli -. Ora il sottosegretario Stefano Saglia ha il dovere di fronte ai cittadini di confermare la lista dei siti che abbiamo reso nota. A cominciare, appunto, da quello di Montalto di Castro». Il rilancio del nucleare passa attraverso l’Agenzia per la sicurezza nucleare che dovrà vagliare, sulla scorta della Valutazione ambientale strategica, Vas, l’elenco delle 52 località che la Sogin ha individuato come ipotetiche sedi del deposito delle scorie radioattive. Per quanto riguarda i siti delle centrali, alcune località sono state indicate in una mappa dei Verdi. Secondo la mappa, la centrale nucleare in Lombardia, di cui parla il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, «molto probabilmente, sarà realizzata tra le province di Cremona e Mantova, lungo l’asta pluviale del fiume Po». Il «primo reattore» nucleare d’Italia sarà, con ogni probabilità, a Montalto di Castro, nel Lazio in provincia di Viterbo. Poi, in “pole position” per gli altri tre reattori che il Governo ha in mente, l’area di Caorso in Emilia-Romagna e vicinissima alla Lombardia, quella di Chioggia (Venezia) e una tra Oristano in Sardegna e Nardò in Puglia. Le altre aree adatte a ospitare una centrale nucleare sarebbero Monfalcone, Fossano e Trino (Piemonte), Scarlino (Toscana), San Benedetto del Tronto (Marche), Latina (Lazio), Termoli (Molise), Mola di Bari (Puglia) oppure tra Nard e Manduria, Palma (Sicilia). Peri il deposito delle scorie si parla di Viterbese, Maremma, confine tra Puglia e Basilicata, tra Puglia e Molise, colline emiliane, piacentino e Monferrato. Escluse Sicilia e Sardegna, località di alta montagna, zone troppo abitate, i terreni con rischio sismico rilevante, i luoghi soggetti a frane o allagamenti.
    Ale.Ro.