TARQUINIA – «La terra di tutti i cittadini di Tarquinia, gestita dall’Università Agraria, è stata aggiudicata agli utenti agricoltori fino all’ultimo metro e ciò nonostante la crisi e le preoccupazioni per il futuro». Queste le parole del vicepresidente Renzo Bonelli soddisfatto per l’aggiudicazione dei terreni «avvenuta – dice- in perfetta sintonia con il mondo agricolo cittadino, razionalizzando e programmando».
«Ciò – spiega Bonelli – anche grazie alle misure a sostegno dell’imprenditoria femminile, con oltre una trentina di posizioni soddisfatte in queste stagioni; a sostegno dei giovani imprenditori agricoli e all’attenzione alle richieste provenienti dal mondo agricolo attraverso un rapporto costante con i sindacati di categoria». «Dai lotti di terreno in concessione pluriennale con durata 7 anni – continua Bonelli – alle singole quote annuali, passando per le misure a sostegno della fida pascolo, notevole è stato l’impegno dell’amministrazione Antonelli che risulta costante e a tutto campo. Moltissimi imprenditori e aziende oggi possono godere dei terreni dell’Agraria. È stato scardinato definitivamente un sistema che rendeva la terra di tutti ad appannaggio e disponibilità di pochi. Risultati conseguiti anche con la difficoltà aggiuntiva di dover assegnare in tempi velocissimi e utili i terreni ex Monte Romano». «Ciò che può risultare banale, all’Università Agraria prima dell’amministrazione Antonelli appariva fin troppo complesso – spiega Bonelli – oggi nessuno può vantare più di una concessione nominale nei confronti dell’Agraria e il numero dei beneficiari appare cresciuto in maniera esponenziale. Tantissimi gli agricoltori che possono finalmente disporre della terra dell’Agraria e che prima avevano ingiustificati e insormontabili difficoltà, il tutto nel perfetto rispetto del regolamento sulla concessione delle terre».
Proprio sul regolamento si sofferma l’attenzione del vicepresidente Bonelli: «La riforma promessa dall’amministrazione Antonelli è nei fatti, la creazione dei lotti, oltre ad aver portato nelle casse dell’Ente oltre 150mila euro in più rispetto al quinquennio precedente, ha incontrato il favore degli imprenditori agricoli, peraltro senza gravare o sottrarre agli utenti i propri diritti e il legame sulle quote, una riforma senza traumi, figlia di buon senso e programmazione. È tempo di mettere mano al regolamento sulla concessione delle terre, anche attraverso le equiparazioni delle diverse posizioni in essere, e favorendo la logica di accorpamenti funzionali che superino definitivamente il vecchio schema dei 2,7 ettari, ormai incapace di generare reddito soddisfacente. La bozza definitiva è pronta al vaglio del consiglio di amministrazione».
Cronaca
2 Novembre 2011
«La riforma dell’Agraria è ormai nei fatti»