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    Politica
    2 Novembre 2011
    «Le casette pronte entro l’estate»

    di MATTEO MARINARO

    CIVITAVECCHIA – «Dopo mille peripezie i lavori al Villaggio della Solidarietà procedono alacremente. Dovremmo riuscire a ultimare il tutto entro la fine dell’estate ma comunque prima dell’autunno». Con queste parole l’assessore all’urbanistica Nunzi ha presentato nel dettaglio questa mattina all’aula Cutuli l’intervento di emergenza abitativa di San Liborio ed altri progetti che le larghe intese stanno portando avanti per dare risposte celeri e concrete al ‘‘problema casa’’ civitavecchiese. «Completeremo a breve la fase strutturale – ha concluso Nunzi – e contemporaneamente procederemo alle opere di urbanizzazione. Ci tengo a precisare che si tratta di un intervento a basso impatto ambientale perché abbiamo stabilito delle quote al di sotto di circa due metri rispetto a quello che è la reale quota del terreno pre-esistente. Il punto più alto è circa 3,50 metri rispetto al piano di calpestio. Non da ultimo ribadisco che i moduli saranno destinati alle famiglie meno abbienti civitavecchiesi, non ospiteranno rom o quant’altro». Nunzi ha quindi illustrato altri 2 progetti un gruppo appartamento e una casa famiglia (uno sarà finanziato dall’assessorato delle Politiche per la casa della Regione Lazio e l’altro dell’assessorato ai Servizi Sociali della Pisana),  che interesseranno il piano di zona 10 Poligono del Genio (nei pressi di via dell’Immacolata). Si tratta di un’area destinata a servizi che l’amministrazione ha assegnato già da tempo all’Ater ed è stato siglato anche un accordo con Italcementi, proprietaria dell’area. «Abbiamo ottenuto già da tempo – ha precisato – un finanziamento per realizzare 16 alloggi da destinare all’emergenza casa. Stiamo redigendo il progetto esecutivo per l’appalto e salvo proroghe i lavori dovrebbero iniziare il 20 dicembre. Si tratta di un fabbricato di 16 alloggi a ballatoio (4 case da 65 metri quadrati per piano). Al piano terra, oltre a dotarlo di cantine e locali servizi, realizzeremo un ‘‘gruppo appartamento’’ (equiparato ad un alloggio sociale) di circa 160/170 metri quadrati che potrà ospitare 6 diversamente abili non autosufficienti che sarà strutturata per rispondere a tutte le esigenze. Nell’altra parte destinata a standard realizzeremo una casa famiglia (in grado di ospitare 4/6 persone) che è stata finanziata nel 2007 dalla Regione Lazio». Intanto il numero uno dell’urbanistica ha sottolineato che gli uffici comunali stanno proseguendo nella redazione di ulteriori progetti che rientrano nel piano casa della Regione, in particolare le forme di housing sociale. “Siamo il primo comune nel Lazio – ha sottolineato Nunzi – ad aver presentato entro il 1° aprile una proposta di finanziamento all’interno del piano casa di edilizia sociale conosciuta anche come procedura di housing sociale. La Pisana al momento sta sollecitando tutti i comuni ma noi abbiamo fatto notare che la nostra proposta l’abbiamo già depositata e che è già stato espresso un parere positivo di massima circa la nostra richiesta di finanziamento. Vorremmo realizzare 30 alloggi in uno dei 3 piani di zona che stiamo progettando e che porteremo o uno alla volta o tutti insieme in uno dei prossimi consigli comunali”. Nunzi ha quindi annunciato anche la stesura di un altro progetto per la realizzazione di 16 alloggi nel pz 4 di San Gordiano (oggetto recentemente di una delibera in consiglio comunale 4.300 metri cubi) che verranno realizzati con fondi recuperate dalla vendita di alloggi ex proprietà del demanio. “Abbiamo inoltre – ha concluso l’assessore all’Urbanistica – formalizzato un avviso pubblico per un progetto di edilizia sociale che prevede la realizzazione di nuovi alloggi, edilizia agevolata e interventi di ristrutturazione. Metteremo a disposizione 2 aree in grado di ospitare immobili da 20/22 alloggi su 2 dei 3 piani di zona. Invitiamo quindi anche l’Ater, qualora fosse interessata, a realizzarne uno di questi fabbricati con i propri fondi. Auspichiamo di portare questo atto in consiglio nelle prossime settimane”.
    Prima di concludere il suo intervento Nunzi ha voluto replicare alle dichiarazioni del consigliere Scotti circa la tanto discussa sulla variante 29.
    “Non condivido quanto dichiarato dall’amico Sandro Scotti – ha sottolineato l’assessore all’urbanistica – anche perché al momento del voto era assente. Io penso che il dissenso si debba dimostrare con la presenza in sede democratica, in consiglio. È vero che sono decaduti i termini di salvaguardia della variante 29 del 1998. Quella variante esiste, è in itinere, non ha valore esecutivo ma giace in attesa di approvazione presso la Regione Lazio. Non è che non è più possibile portarla a compimento. Quella variante quindi, catalogata dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Roma come variante generale al prg, è normale che sia una variante di una variante generale al prg. Non abbiamo voluto fare una nuova variante. Se avessimo voluto fare una nuova avremmo revocato l’atto deliberativo. Si tratta di un provvedimento che risale all’amministrazione Tidei e Sandro Scotti se non sbaglio, allora sedeva tra i banchi della maggioranza: presentò addirittura degli emendamenti”.

    Sul tema casette di legno è intervenuto anche il sindaco Moscherini.

    “I lavori volgono al termine ed entro il mese di agosto saranno ultimati – ha aggiunto il sindaco – e ciò lo reputo un fatto estremamente positivo. C’è chi attende con ansia questo intervento, sono tanti i cittadini che mi hanno ribadito di non essere dimenticati nella lista per l’assegnazione. È la dimostrazione del fatto che questa cosa andava fatto e che chi ha remato contro è soltanto un cialtrone”.
    Moscherini ha quindi annunciato che l’insediamento con moduli prefabbricati a San Liborio non sarà l’unico: se sarà necessario ne verranno realizzati altri. “C’è bisogno di una nuova politica abitativa a Civitavecchia – ha sottolineato il sindaco – e la politica delle case popolari dovrà andare verso un’unica direzione: bisogna demolire e ricostruire, fare dei piani di riqualificazione che interessino interi quartieri. Un esempio su tutti via Betti: bisogna demolire e ricostruire magari aumentando anche gli stabili. Avremo nuove case popolari, naturalmente le riconsegneremo a chi già era assegnatario e non butteremo via soldi come invece ha fatto l’Ater a Torre D’Orlando. Per fare questo serviranno naturalmente delle case “provvisorie”. Abbiamo quindi predisposto un piano di case di emergenza abitativa (tipo quelle di San Liborio) che localizzeremo in aree di proprietà del comune che serviranno per un duplice scopo: tamponeremo le difficili situazioni di emergenza abitativa ma al tempo stesso avremo spazi dove ospitare le famiglie le cui case saranno interessate dagli interventi di riqualificazione. Questa è la politica delle nuove case popolari. Rifaremo a nuovo Civitavecchia e questo è il programma che chiederemo di realizzare e sperimentare al nuovo assessore alla casa della Regione Lazio onorevole Bontempo. Questi primi 40 “appartamentini” di San Liborio sono la prima sperimentazione di questo nuovo modo di affrontare l’emergenza abitativa”.
    Al momento sono 180 le famiglie che hanno fatto richiesta al comune per abitare nei moduli prefabbricati di San Liborio. Le “casette” sono solo 40: gli altri nuclei famigliari indigenti che fine faranno?
    “Verrà creata una commissione interna – ha sottolineato Moscherini – che farà la graduatoria e vorrei che tra questi cittadini che hanno fatto richiesta per i moduli prefabbricati vengano eletti 2 rappresentanti che parteciperanno alla commissione, per assicurare garanzia e trasparenza. Non ci sarà nessun metodo discrezionale. Il comune stabilirà i criteri e valuterà le situazioni. Intanto chi non riuscisse a rientrare nel progetto di San Liborio può redigere la domanda e partecipare al bando generale per alloggi comunali ma può anche darsi che decideremo di rinnovare gli investimenti della tipologia di San Liborio in altre aree”.
    Ad oggi comunque la situazione dell’emergenza sembra leggermente migliorata. Al momento nessuno è ospite a spese del Pincio in albergo o B&B, le famiglie sono tutte in affitto (circa 100/150 i nuclei ai quali viene erogato il sussidio per l’emergenza abitativa). “A conti fatti – ha concluso il dirigente La Rosa – ci siamo resi conto che conveniva di più pagare l’affitto piuttosto che il B&B”.