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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «L’ospedale di Tarquinia sarà potenziato»

    di ALESSANDRA ROSATI

    TARQUINIA – Giornata intensa per il vicepresidente della Regione Lazio Esterino Montino che ha incontrato numerosi operatori sanitari nell’ambito della visita presso gli ospedali della Tuscia. Acquapendente, Belcolle e Tarquinia: un tour de force che Montino, accompagnato dal neo direttore generale della Ausl di Viterbo, Adolfo Pipino, ha voluto fortemente per ragionare sulle prospettive di crescita della sanità laziale, acquisendo spunti utili e portando il punto di vista della Regione. Non una visita di rappresentanza, dunque, ma una vera e propria giornata di lavoro in vista della elaborazione del nuovo piano di riordino degli ospedali, dopo la decisione di ‘‘cestinare’’ il precedente. Chiare rassicurazioni sono giunte da Montino per quanto riguarda il futuro dell’ospedale di Tarquinia. Numeri alla mano, il nosocomio etrusco è «un presidio che non può essere declassato». Solo lo scorso anno sono state eseguite all’ospedale di Tarquinia 7500 ecografie, i parti, invece, si attestano sui 500 l’anno, di cui circa 200 provengono dall’area di Civitavecchia; tremila sono invece gli interventi chirurgici, di cui traumatologia ne occupa il 30-40%. Il pronto soccorso conta ben 19mila accessi, tra incidenti stradali e sul lavoro agricolo. Entusiasta Montino che, oltre a evidenziare come la bozza del piano di riordino della sanità laziale presentata dal sub commissario governativo Mario Morlacco, fosse avulsa dal contesto territoriale regionale, ha posto l’accento sulla necessità di completare quanto prima i cantieri all’interno dell’ospedale tarquiniese e garantire un ulteriore potenziamento della struttura. «Tarquinia non diventerà un poliambulatorio – ha assicurato – ma verrà rafforzato. I cantieri in essere saranno conclusi al più presto, poi procederemo con il potenziamento nell’ottica di trasformarlo in un ospedale sempre più importante». «Nell’ambito provinciale di Viterbo – ha spiegato Montino – gli ospedali di Tarquinia, Montefiascone e Civitacastellana sono presidi strategici, che nell’organizzazione della rete ospedaliera opereranno come satelliti dell’ospedale Belcolle». Alla visita presso il nosocomio etrusco hanno partecipato anche il neo assessore regionale Giuseppe Parroncini, il presidente della Provincia, Alessandro Mazzoli, e ovviamente il sindaco Mauro Mazzola, oltre ai primari dei vari reparti visitati. Parroncini ha ribadito che il «piano di riordino presentato a luglio, e ormai accantonato, era un prodotto degli uffici commissariali, assolutamente non condivisibile. Tarquinia ha una sua specificità. L’ospedale è prezioso per il territorio, anche in virtù della peculiarità stessa della città: a ridosso di grandi vie di comunicazione e improntata sul turismo, oltre che polo di attrazione per il comprensorio». Il presidente Mazzoli ha ribadito la volontà di salvaguardare la Tuscia da tagli sconsiderati e frutto anche di un vecchio censimento che non risponde più alla realtà della Tuscia, territorio in progressiva crescita. «Siamo disponibili – ha detto Mazzoli – a lavorare di concerto con la Regione per arrivare a definire un piano sanitario condiviso che guardi sì al risparmio, non intaccando però la qualità del servizio sanitario offerto sul territorio». Il primo cittadino ha chiesto invece esplicite garanzie per Tarquinia pretendendo di «essere sempre presente nelle riunioni e negli incontri dove si discuterà del nosocomio». Il sindaco Mazzola ha anche espresso soddisfazione per quanto detto da Montino: «Prendo atto delle importanti dichiarazioni del vicepresidente Montino – ha detto – Esse testimoniano ancora una volta che la bozza del piano di riorganizzazione della sanità regionale del sub commissario governativo Morlacco fosse un gravissimo errore, in quanto non teneva conto dell’effettiva popolazione del Lazio e delle differenti realtà territoriali che lo compongono. I dati sull’ospedale di Tarquinia inoltre fotografano una struttura efficiente e funzionale, con un bacino di riferimento composto da 8 comuni e un numero di residenti di circa 54.000 unità, con punte di 100.000 nel periodo estivo. C’è in tutti la consapevolezza che gli sprechi vadano eliminati, avviando una concertazione seria, su parametri oggettivi, con gli enti locali e le popolazioni».