CIVITAVECCHIA – È stato un no categorico quello espresso questa mattina all’unanimità dal consiglio della seconda circoscrizione in merito alla realizzazione del progetto delle casette di legno a San Liborio. L’odg è stato licenziato con 7 voti favorevoli ed un astenuto (Roberto Scarmigliati). La seduta, convocata in via eccezionale all’aula Pucci, ha visto tra il pubblico anche i consiglieri comunali di opposizione (Piendibene, Gatti, Manuedda, Petrelli, Bonomi) esponenti di movimenti politici e abitanti di San Liborio. Il consiglio circoscrizionale ha quindi espresso dissenso sul progetto ‘‘sia per la illegittimità degli atti adottati che per la scelta politicamente errata’’. «È necessario riaprire un dialogo pacato con il sindaco – ha commentato il presidente Frascarelli – nonché riallacciare il dialogo con l’Ater che può costruire ‘‘vere’’ case. I fondi previsti per le casette, proprio come promosso dalla mozione del consigliere Avossa, potrebbero fornire strumenti economici per poter agevolare l’acquisto di beni immobili definitivi». Per i consiglieri della seconda al progetto mancano tre requisiti: la compatibilità, l’interesse collettivo e la temporaneità. «Non c’è compatibilità – ha aggiunto Gabriella Rossi leggendo l’odg – perché non esiste equivalenza tra spazi occupati da alloggi e aree destinate a standard di Piano di Zona 7 San Liborio. Non c’è interesse collettivo, perché l’intervento propone uso abitativo da parte di nuclei famigliari, cosa diversa da servizi uso collettivo». Ma il requisito più palese che mancherebbe all’appello è la ‘‘temporaneità’’ dell’opera. «La definizione ‘‘opera temporanea’’ – precisano – non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione soggettivamente data all’opera ma fa riferimento alla intrinseca destinazione del materiale di essa ad un uso realmente precario e temporaneo». Insomma temporanei si intendono coperture mobili e cantieri edili, non abitazioni. Sulla vicenda si prevede quindi un’opposizione dura, proprio come ha chiaramente espresso Angelo Pierotti (riformisti di sinistra). «Non lo considero più il sindaco di questa città – ha dichiarato Pierotti – vuole costruire baracche di legno che costano 90mila euro l’una quando l’Ater potrebbe costruire un appartamento ‘‘vero’’ (fatto di cemento e non di legno) con 95mila euro. Stanno accelerando l’iter – accusa ancora – perché l’Ater riuscirebbe a partire con i lavori per 300 appartamenti con tanto di servizi annessi entro febbraio. Immaginate le case vere pronte prima delle baracche?». Poi sulla vicenda aleggia ancora lo spettro del campo zingari. «Alemanno ha dichiarato che i rom della capitale verranno ospitati in tutta la Regione. Tarquinia, Rieti ed altri comuni hanno detto no. Dove andranno? Qui, lo ha dichiarato una fedelissima del sindaco davanti a 20 persone. Per questo, mi rivolgo ai consiglieri Bergodi, Cerrone, Pallassini, Fiorentini, Di Marco e Iacomelli, tra i pochi che possono essere sensibili a questo appello: non rendetevi complici, mettete fine a questo disastro».
Amministrazione
2 Novembre 2011
«Niente baracche di legno, servono case vere»