logo
    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «Non accetteremo passivamente di farci massacrare»

    ALLUMIERE – Si allarga il coro dei no dopo le indiscrezioni che vedrebbero Comune di Roma e Regione Lazio d’accordo nell’aprire in un sito militare, quello di Allumiere, un nuovo centro di smaltimento per la spazzatura proveniente dalla Capitale; ipotesi che tutti i comuni del comprensorio sono pronti ad osteggiare in modo civile, ma determinato. I sindaci dei vari comuni del territorio si schierano accanto al sindaco di Allumiere, Augusto Battilocchio e promettono di lottare insieme affinché questa ‘‘scellerata ipotesi non diventi realtà’’. Ai messaggi dell’onorevole Pietro Tidei, del consigliere di Sel De Paolis e di alcuni esponenti della Provincia di Roma, questa volta ad alzarsi fortemente è la voce dei sindaci di Ladispoli Crescenzio Paliotta, di Cerveteri Gino Ciogli e di Tolfa Alessandro Battilocchio. «Nelle stesse ore mentre – ha detto Paliotta – stavamo discutendo un Piano regionale che taglia i servizi alla Provincia per lasciarli intatti a Roma, abbiamo avuto notizie dell’insistenza con la quale il sindaco Alemanno propone di spostare la discarica di Roma ad Allumiere, andando ad inquinare un bel parco naturale e riempiendo di centinaia di camion l’autostrada Roma-Civitavecchia. E’ incredibile che si voglia far passare il principio che le cose positive debbano restare a Roma e quelle negative in Provincia. Ci opporremo in tutti i modi a queste scelte ingiuste e sconsiderate». Sulla stessa linea il collega Ciogli: «Periodicamente come il mal di pancia, il sindaco di Roma Alemanno sollecita la presidente Polverini a risolvergli il problema dell’impianto di Malagrotta vicino all’esaurimento e, nascosto dietro compiacenti proposte dell’Ama, torna a proporre l’idea di trasferire ad Allumiere la discarica dei rifiuti di Roma. È inconcepibile – ha aggiunto – che il Campidoglio persegua il tentativo di scaricare i problemi nella provincia di Roma, tenendosi ben strette le risorse economiche destinate dal Governo alla Capitale. Se Roma produce 370mila tonnellate di rifiuti annui, deve trovare nel suo comprensorio lo spazio e il modo di smaltirli, in ossequio alle indicazioni legislative della Regione Lazio e dello Stato, che stabiliscono come ogni territorio debba essere autosufficiente per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L’amministrazione di Cerveteri è a fianco dei comuni del comprensorio che hanno detto no alla proposta di scaricare spazzatura a decine di km di distanza, come se l’alto Lazio fosse la pattumiera di Roma, e siamo al fianco del sindaco di Allumiere che minaccia le barricate se Alemanno e la Polverini scegliessero l’alto Lazio per la discarica. Siamo favorevoli alla proposta di istituire un coordinamento tra i comuni del territorio per portare la nostra voce nelle sedi competenti. Non accetteremo passivamente di farci massacrare. Con gli altri sindaci, valuteremo ogni eventualità, anche quella di dare vita a manifestazioni di protesta. Alemanno sappia che, se non rinuncia a questo progetto, faremo la marcia su Roma per difendere i diritti della popolazione dell’alto Lazio». Netto no anche dal sindaco Alessandro Battilocchio di Tolfa: «Ribadiamo il no del nostro Comune e dei cittadini a quest’ipotesi – ha spiegato – questo territorio, già gravato da troppe servitù, non può sostenere l’ubicazione di un impianto del genere. Stiamo puntando da anni sulla valorizzazione del territorio a nord di Roma che costituisce un unicum a livello nazionale per le sue bellezze naturali, storiche, archeologiche e paesaggistiche: una zona che ha potenzialità di crescita enormi e che potrebbero essere vanificate da scelte sbagliate. Sono certo che la Polverini terrà in massima considerazione le istanze dei territori nell’elaborazione del piano-rifiuti: il fatto che la Regione sia l’unica ad avere competenza sul tema ci conforta. Questa battaglia non deve avere connotazione partitica, ma deve unire le forze del territorio trasversalmente. Quest’idea della discarica ad Allumiere non nasce oggi, ma risale a quando sia la Regione che il Comune di Roma erano governate da maggioranze diverse: proseguiamo quindi l’impegno per il “no”, senza cadere nella demagogia di parte e nella strumentalizzazione politica».
    Rom. Mos.