DI MATTEO MARINARO
CIVITAVECCHIA – I numeri messi da parte per lasciar spazio al dibattito politico. Protagonisti ancora gli strascichi del rimpasto di giunta. Questa la sintesi del consiglio comunale che si è tenuto ieri mattina all’aula Pucci. All’odg il bilancio consuntivo 2009 illustrato dall’assessore De Angelis e approvato con 16 voti favorevoli e 6 contrari. Tra il pubblico della Pucci anche i lavoratori della Libera che hanno protestato per i ritardi nella gara d’appalto per il verde pubblico. Il dibattito si è focalizzato tutto sulla spesa corrente. Numeri questi che non sono andati giù né all’opposizione né a qualche esponente della maggioranza.
IL DIBATTITO SULLA SPESA CORRENTE – «Un comune che spende più di quello che incassa normalmente – ha commentato Piendibene (Pd) – e che contrae debiti più di quanti ne ammortizza. Il comune per sopravvivere inserisce nella spesa corrente i contributi Enel, che non ci saranno più già dal prossimo anno. Chiunque avrebbe quindi tentato in questo periodo di diminuire i debiti: invece qui da noi è successo l’esatto contrario e le quote destinate ai mutui (già spesi) 7 milioni sono stati ammortizzati (il Pincio ha pagato le rate) ma ne ha contratti altri 13. Più di quanti ne ha ammortizzati quindi. Altri 3,5 milioni di euro per le casette legno, 1 milione per l’infermeria presidiaria, 1 milione per il waterfront (che ricordiamo fatto senza prima riparare la barriera contro le mareggiate con il rischio che l’opera si danneggerà alla prima mareggiata) 680mila euro per la trincea e 900mila per il Pirgo con un’acqua che non è balneabile (non troviamo nessuna traccia di spese ad esempio per le fognature che andrebbero invece fatte immediatamente). Il comune spende in direzioni sbagliate. Sembra un assalto alla diligenza fatto negli ultimi due anni di amministrazione che restano”.
Vitali per contro ha sottolineato la politica di risanamento che le larghe intese portano avanti fin dal 2007 anche se il capogruppo del Pdl ha sottolineato la necessità di rendere ‘‘autosuffiecienti realtà quali il teatro Traiano, cittadella e le municipalizzate’’. E proprio le voci di spesa inerenti le municipalizzate hanno portato a galla le fratture interne alla maggioranza, con ‘‘coppie di consiglieri’’ che hanno abbandonato l’aula prima del voto.
SCOTTI E PALLASSINI AL VETRIOLO – L’uscita di scena più clamorosa è stata quella di Scotti e Pallassini: delusi ed esclusi dall’ultimo rimpasto hanno dichiarato di ‘‘non condividere più i metodi di maggioranza’’. “Questo rimpasto – ha dichiarato Pallassini – come tante altre cose sono state fatte senza alcun tipo di coinvolgimento da parte nostra, la stessa costituzione del Pdl è stata fatta in maniera autonoma senza che sia stato interpellato il partito centrale a livello romano. Noi siamo per un metodo di politica diverso, che prevede un confronto a livello romano, non ci riconosciamo in questo Pdl loacale. Non per questo non ci sentiamo parte del Pdl, perché lo siamo a tutti gli effetti, a pieno titolo, ma finché non avremo una linea chiara e precisa anche a livello romano io non mi sento di aderire a livello locale”. “Ho sentito – ha dichiarato Scotti – il partito e quando dichiarato dai rappresentanti legali che hanno dichiarato ciò che è stato scritto sulla stampa: questo partito va commissariato. I metodi del sindaco non sono condivisibili più, abbiamo sofferto in questo ultimo periodo e non ci sentiamo più di condividere un percorso politico con lui almeno finché sarà fatto di prepotenza e di decisioni prese nelle stanze segrete senza coinvolgimento né partecipazioni, è davanti agli occhi di tutti. A noi piacerebbe partecipare ad un dibattito pubblico: non crediamo che il Pdl possa essere costituito con colpi di furbizia, cioè chi prima arriva si veste ed è riferito anche a quello che hanno fatto altri, senza sentire nessuno, senza coinvolgere nessuno in città. Questo poi è solo un gruppo consigliare non è il partito,si tratta di un gruppo consigliare formato da qualche consigliere comunale che rappresentano un’area politica ma che a breve potrebbero non rappresentarla più, perché un partito è fatto dalla società civile, da uomini e donne che credono in un progetto che è quello di Berlusconi. Il dibattito andava fatto con tutta questa gente civilmente in città aperto a tutti.
Il decisionismo becero e malsano è una malattia che si attacca. Siccome qualcuno si comporta in questo modo viene scimmiottato e ci si comporta nello stesso modo. L’amministrazione è fatta di amministratori e nel nostro caso quest’ultimi sono pochi, ci sono invece molte teste marce. Tant’è vero che i risultati stentano ad arrivare. Se poi intendiamo per risultato qualche rotatoria la cosa è diversa. Sot e holding non stanno facendo assolutamente niente. Il dramma acqua non è stato risolto per non parlare della Marina che doveva essere conclusa a giugno”.
ACQUA, MEDIO TIRRENO E IL CAOS NEL PDL – Mario Fiorentini, prima di uscire dai banchi, ha parlato di ‘‘pesi e misure’’ definendo il panorama caotico e di difficile comprensione. Prima di approfondire il dibattito politico, l’esponente del Pdl è entrato nel merito della vicenda acqua, precisando e sottolineando alcuni dati relativi al Consorzio Medio Tirreno. “Non sono d’accordo con i dati iscritti nel bilancio consuntivo – ha sottolineato Fiorentini – anche perché io stesso oltre che membro ho aministrato per un periodo seppur breve il consorzio. Scrissi a tutti i comuni del comprensorio sollecitando al pagamento dei debiti verso il Pincio, come ad esempio il Comune di Santa Marinella. Mi domando inoltre come è possibile che sono stati nominati 3 commissari al Medio Tirreno ed il commissariamento prosegue da 15 mesi. Cosa sta succedendo in questo consorzio? Altro problema è quello delle portate e dell’impianto filtri Aurelia. Posso dimostrare nero su bianco la problematica della linea: le misurazioni (anche ad Aurelia) si fanno in contraddittorio per legge, ma a me risulta che non ci sono più state e da quel momento in poi si sono verificati gli ammanchi. Questo è solo un esempio, come ci sono altre situazioni non chiare. Forse tutti non sanno che il Comune di Civitavecchia ha fatto in passato allacci abusivi, e perché non andiamo a vedere cosa succede al Mignone, con progetti messi in campo in passato di cui il Comune non ha mai saputo nulla. La collettività ne paga sempre le spese”. Mario Fiorentini è quindi intervenuto sulla situazione attuale del Pdl locale. «Non so se gli amici di An si siano sacrificati per la costituzione del partito – ha aggiunto – ma la costituzione del gruppo è una cosa il partito è un’altra. La mia strada fin dal 2007 l’ho sempre avuta molto chiara: chiedo ora al segretario generale di verificare i gruppi consigliari».
UDC IN MAGGIORANZA, MA ESCE DAI BANCHI – Anche i consiglieri Mecozzi e Cerrone (Udc) non hanno partecipato alla votazione. “Ci sentiamo eticamente di non partecipare alla votazione – ha specificato Cerrone – anche perché avevamo già espresso criticità nei confronti del bilancio. E poi non credo si possa chiedere al consigliere Mecozzi di votare questo provvedimento, dato che si tratta di un atto redatto quando non ancora non era consigliere”.
LA”NECESSARIA” PRIVATIZZAZIONE DEL SISTEMA IDRICO – Alla luce di quanto emerso dal dibattito il sindaco ha ribadito l’attuale situazione del sistema idrico cittadino. “La rete idrica che non funziona – ha commentato Moscherini – non è che l’abbiamo messa su noi, è da 70 anni che c’è. Chiediamoci perché tutte le amministrazioni che ci sono state non hanno messo neanche un tappo alla rete. Dopodiché procediamo. Poniamoci quanto costa rifare la rete. Abbiamo fatto una ricerca, un’ipotesi progettuale per rifare la rete idrica cittadina costerebbe fra i 70 e gli 80 milioni di euro. È questo il problema che dobbiamo affrontare. Quando siamo arrivati c’erano 7 milioni di buco all’anno ereditati. Io analizzata la situazione, e me se ne fa una colpa, convinto in campagna elettorale che la posizione dell’ato2 e del gestire in house l’acqua fosse una cosa buona, ho deciso di invertire una rotta. La prima decisione assunta fu quella di eliminare i consorzi. Faremo un dibattito pubblico sulla situazione dell’acqua, ma non per condannare il passato ma per capire da dove siamo partiti. La stessa cosa la faremo per Etm. Io non ho mai amato né la guerra a Lombardi né a Renda pur avendo io in proposito un mio punto di vista. Non si risolve il problema della holding o dell’Etm criminalizzando due persone. Il problema è molto molto più grande. Come i problemi della “Libera”. Va affrontato nell’ottica che il comune sta mantenendo 1000 buste paga, quando normalmente un comune con queste dimensioni ne dovrebbe erogare al massimo 300. E’ evidente che non si può caricare l’ente il peso di un tessuto produttivo che conosciamo tutti e che abbiamo ereditato”.
FRANCESCO GIRO, ALDO DE MARCO E L’AUT AUT DI MOSCHERINI – Durante il suo intervento il sindaco ha dato l’aut aut ai suoi attaccando Scotti, Pallassini, l’Udc e non da ultimo l’onorevole Giro e l’ex assessore De Marco. Io non voglio recuperare più nessuno – ha intimato Moscherini – nella mia maggioranza chi ci vuole stare ci sta se poi alla fine saranno di più quelli che non ci vogliono stare, ce ne andiamo a casa. Non c’è problema. E’ ovvio che io mi ricandido anche solo per divertimento perché sono un pazzo. A Scotti e Pallassini non interessa nulla se ad esempio la cittadella della musica è servita a qualcosa oppure no: importa se per farla ho chiesto a loro il permesso. La stesso cosa fa Giro. Non è mai stato eletto da nessuno, non s’è mai candidato. Perché non si candida qui a Civitavecchia, avremo così Tidei, Giro e Moscherini. A me piace questo confronto. Un sottosegretario di Stato dovrebbe pensare a cose molto più importanti che al posto di De Marco in giunta. Non si vergogna a venire qui criminalizzando il sindaco e l’amministrazione cambiando parere dopo soli due mesi, solo perché un suo protetto fannullone e incapace non è stato messo in giunta. De Marco non poteva stare in giunta solo perché me lo chiedeva Giro. Ora si organizzano e discutono se io potrò essere candidato o se potrò andare all’authority. Per fortuna alla gente di queste cose non gliene importa niente. Alla gente interessano le cose concrete e i problemi di tutti i giorni e questo ad esempio la Lega Nord lo ha capito. Se la Lega ha tanto successo al nord (e credo che lo avrà anche al sud) un motivo c’è. A Civitavecchia c’è una logica di fare la politica che scimmiotta i partiti morti, stramorti e cadaveri. L’unico partito che dice di essere partito è l’Udc ma è anche l’unico rimasto a fare la politica dei due forni: sta in giunta con un assessorato per prendere il consenso e poi i consiglieri comunali lamentano la scarsa concertazione sul bilancio ed escono dall’aula. O ci stai o non ci stai. O dentro o fuori. E a chi si domanda “Ma se escono pure loro andiamo a casa” rispondo vorrà dire che andremo a casa, ma dov’è il problema. Sono sicuro che non ci andiamo perché da entrambe le parti c’è gente con il sale in zucca per ragionare. E la responsabilità di mandare a casa questa amministrazione per quanto possa essere antipatico il sindaco, credo che nessuno se la prenda, di andare dalla gente a dirgli che hanno mandato a casa il sindaco”.
Il sindaco in chiusura ha ‘‘teso una mano’’ alla minoranza chiedendo ai consiglieri l’apertura di un tavolo bipartisan per studiare progetti e risolvere i gradi problemi che attanagliano la città. “Nelle prossime settimane – ha concluso Moscherini – proporrò a maggioranza e opposizione il quadro degli interventi che ci sono da fare nei prossimi 2 anni. Non si tratterà di una staffetta a chi fa più sgambetti, ma è una staffetta a chi propone cose migliori per risolvere i problemi che ci sono, ma tutto con i piedi per terra.