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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «Nucleare, a Montalto la centrale numero uno»

    MONTALTO DI CASTRO – Il cuore atomico dell’Italia batterà a Montalto. Lo hanno dichiarato i Verdi nel corso della presentazione di un dossier sul nucleare. Il presidente Angelo Bonelli, preoccupato per i grossi rischi ai quali è esposta l’area alto-laziale, si dice certo che «a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, ci sarà la centrale numero uno d’Italia , dove forse sono previsti addiritura due reattori». Il tema alza il livello dello scontro politico tra favorevoli e contrari. Il presidente Bonelli, nove giorni fa, ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro la scomparsa dei temi ambientali dalla tv italiana. E per dire no al nucleare. «Il vero rischio – ha dichiarato – è che il Lazio diventi la pattumiera radioattiva d’Italia: dopo Montalto, il governo ha preso poi in considerazione come sito nucleare Borgo Sabotino, in provincia di Latina, e Garigliano, posto tra Latina e Caserta, dove già in passato tre incidenti hanno provocato danni alla salute della popolazione del territorio, come sito per il deposito nazionale per le scorie». Ma dal centrodestra arrivano commenti in difesa dell’atomo. Per Donato Robilotta, consigliere regionale del Pdl, il nucleare è «l’unica energia in grado di abbassare in maniera significativa i livelli di inquinamento». Fabio Desideri (Pdl), vicepresidente della commissione Urbanistica del consiglio regionale del Lazio, da parte sua, difende la coerenza del centrodestra. «Il centrosinistra non può fare la morale a nessuno – dice Desideri – né tacciare di incoerenza il centrodestra, sul nucleare, come su qualsiasi argomento legato all’energia, all’ambiente, al trattamento dei rifiuti. Valga qualche esempio catturato a caso fra le spigolature di una legislatura partita con Marrazzo, proseguita con Montino e ora arrivata ai titoli di coda. Bonelli Angelo, gran venditore di predicozzi ambientalisti, da assessore all’Ambiente della Regione Lazio non disse una parola sulla realizzazione del gassificatore di Malagrotta, cominciata mentre lui era al governo. E neanche sul progetto della centrale Turbogas di Aprilia, osteggiato da Marrazzo in campagna elettorale e poi stranamente sposato dopo l’elezione». «Eppure Bonelli – inclaza Desideri – durante il suo periodo regionale, non fu mai parco di esternazioni: intervenne sulle dune di Capocotta, sui tetti al mirtillo per catturare l’energia, sulle posidonie marine, sui barconi del Tevere, sugli scandali calcistici. Si fece promotore di un menù vegetariano da osservare durante la Pasqua e di un progetto da 25 milioni di euro per far viaggiare i bus con i biocarburanti, fra cui l’olio di colza. Poi s’è visto com’è andata. Ma sulla discarica di Malagrotta mai una spiegazione. Neanche un sussurro. Nulla. Esemplare anche il caso del suo collega di partito, Zaratti Filiberto. Da subito il consigliere osteggiò la costruzione del gassificatore, con più dichiarazioni e più iniziative. Poi, diventato assessore al posto di Bonelli, dimenticò tutto. Pure lui, neanche una parola». Dal Pd, Giuseppe Parroncini polemizza con Renata Poverini, candidata del Pdl alla presidenza del consiglio regionale del Lazio. «Cara Polverini – dice Parroncini – ci sono solo due possibilità: o sì o no. O a favore, o contro. Il tempo di scappare da questioni fondamentali per il nostro territorio ormai è concluso. Resta solo da scoprire le carte per far scegliere i cittadini, come noi abbiamo fatto da subito con grande chiarezza». «Sull’atomo – dice l’assessore regionale – non si possono più prendere in giro i cittadini, soprattutto quelli di Montalto di Castro, il sito più appetibile in assoluto, e di tutta una zona già gravata da servitù energetiche senza eguali». «Secondo la Polverini – dice ancora Parroncini – il ricorso del governo contro le leggi di Puglia, Campania e Basilicata è legittimo. Dire il contrario secondo lei è demagogia e scarso rispetto delle istituzioni. A nostro modo di vedere il senso delle istituzioni si misura nel momento in cui, quando tanto si parla di federalismo, si lascia ai territori la possibilità di decidere. Come giudica la Polverini un vero e proprio atto d’imperio sul nucleare, con il quale dovrà stare zitta e accettare la centrale? Non è forse meglio parlare ora senza ambiguità? In caso contrario non si affidi alla facile scappatoia della demagogia per contrastare le posizioni di Emma Bonino, che invece sono limpidissime». «Una centrale nucleare per la candidata di centrodestra non è un problema ideologico, ma un’opportunità da valutare in base al fabbisogno e alla produzione di energia del territorio – conclude Parroncini – Prima di esprimere una posizione definitiva la Polverini vuole valutare questi due indicatori. La verità è solo una: la regione che vorrebbe governare almeno un po’ dovrebbe imparare a conoscerla. La zona dove i suoi sostenitori di governo vogliono una centrale nucleare, tra quella a carbone di Torrevaldaliga nord e quella di Montalto di Castro ha una potenza installata pari al 15% del fabbisogno energetico nazionale. Non c’è dunque nulla da valutare».