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    Sanità
    2 Novembre 2011
    «Occorre anche una vera struttura sanitaria»

    CIVITAVECCHIA – Sulla vicenda della camera iperbarica interviene il professor Adriano Peris, civitavecchiese, direttore della terapia intensiva di emergenza del Policlinico di Careggi a Firenze: «Ci sono in tutta la problematica alcuni gravi errori di impostazione e infatti anche il servizio televisivo ne ha risentito e non ha centrato il problema. La camera iperbarica non è una struttura fisica e basta, è un luogo dove vengono applicate procedure cliniche, fa parte di un percorso, anzi, di più percorsi clinici. Per chi conosce la problematica sa bene che il trattamento delle varie sindromi da decompressione non richiede la sola camera iperbarica, richiede una struttura sanitaria tutt’intorno, richiede servizi di diagnostica e specialità per portare a buon fine la ricompressione e le successive decompressioni. Ho sentito dire nel servizi oche sarà presente un medico, certo che il medico deve presidiare la struttura ed esserne direttore, ma deve anche assistere l’infortunato all’interno della camera durante la terapia e all’esterno della camera deve essere presente durante il suo funzionamento un infermiere formato alla terapia iperbarica o un altro medico iperbarico o un tecnico accreditato; e le varie soluzioni non possono che dipendere esclusivamente dalle condizioni cliniche dell’infortunato per cui è intuitivo che una camera iperbarica debba prevedere un pool di operatori appropriatamente formati sui vari aspetti del trattamento e di gestione del rischio correlato a questa attività; chi non affronta questi problemi non sa di cosa sta parlando. Altro punto estremamente importante è costituito dal fatto che una camera iperbarica è una risorsa incredibilmente importante per il territorio; al suo interno infatti si possono trattare altre patologie coma la gangrena degli arti e le intossicazioni da ossido di carbonio. Come si fa a progettare una struttura di questo rilievo, realizzarla strutturalmente e non avere intorno degli amministratori, dei gestori, della sanità pubblica non pronti a catturare le sue potenzialità e a evidenziare nei documenti programmatici i potenziali benefici procurabili alla popolazione residente?».
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