TARQUINIA – Non è tardata ad arrivare una risposta sullo stato dei lavori di ristrutturazione in atto da anni presso l’ospedale di Tarquinia (nella foto). Il responsabile del Tribunale per i diritti del malato, Federico Galletti ha espresso forti perplessità sulla conclusione dei lavori anche alla luce delle dichiarazioni del dottor Compagnoni, direttore sanitario della Asl di Viterbo, che nell’ambito di un incontro con tutti i responsabili provinciali del tribunale del malato ha dichiarato che i fondi regionali sono stati dirottati su Roma. A replicare all’allarme di Galletti è l’architetto Luigi Fioravanti, responsabile unico per la Ausl della Tuscia, del procedimento relativo ai lavori di ristrutturazione del nosocomio del litorale. «La ditta appaltatrice dei lavori di ristrutturazione dell’ospedale di Tarquinia – spiega Fioravanti – ha programmato per il prossimo 19 giugno la formale consegna anticipata all’Azienda unità sanitaria locale di Viterbo della nuova centrale termica, della nuova cabina elettrica, del nuovo corpo ascensori, della nuova camera mortuaria, della nuova sala parto temporanea e del nuovo ingresso della struttura sanitaria». «Il cantiere – prosegue Fioravanti – non è affatto chiuso e non ci risulta che i fondi stanziati a livello regionale siano stati dirottati su altre strutture ospedaliere del Lazio. Il fatto che stessimo attendendo l’esito delle dovute procedure burocratiche di controllo e di collaudo, per rendere attuabile la consegna dei lavori eseguiti, può aver indotto in errore». «Per quanto riguarda il prosieguo dei lavori – riferisce il responsabile unico della Asl della Tuscia – la direzione strategica della Ausl di Viterbo, di concerto con la Regione Lazio, sta valutando la forma migliore per ottimizzare le risorse finanziarie previste nell’appalto affinché possa darsi riscontro a sopravvenute normative nazionali di natura impiantistica e strutturale. Tutto ciò garantirà all’ospedale dei duraturi benefici, sia in termini di sicurezza che di efficienza dei servizi erogati». Stando così le cose, dunque, il futuro del nosocomio avrebbe ancora speranza. Certo è, che sono ancora tante le risposte da dare agli utenti, e non solo in termini di liste d’attesa e posti letto, ma anche su coperture in eternit che di certo non sono più a norma ed è impensabile che svettino sopra un reparto di Oncologia.
Ale.Ro.
Cronaca
2 Novembre 2011
«Ospedale, il cantiere non è fermo»