CIVITAVECCHIA – Il gruppo dell’Udc ritiene lo schema di bilancio per l’anno 2011 assolutamente inadeguato rispetto alle presenti e future esigenze socio-economiche della città. Lo dichiarano i consiglieri comunali Mirko Cerrone e Mirko Mecozzi, evidenziando «l’anomalia del silenzio nel quale il bilancio è stato predisposto». «Non vi sono state convocazioni per la discussione né momenti di confronto politico in fase di predisposizione – spiegano – ma nemmeno incontri dopo l’approvazione in Giunta e tanto meno una condivisione con le parti sociali. In secondo luogo – prosegue la nota – la mancata condivisione delle scelte nell’ultimo esercizio finanziario prima delle nuove elezioni comunali ha il sapore di una convenzione ad escludendum, unilateralmente decisa. Per quanto riguarda il merito, l’analisi da noi effettuata evidenzia decisioni preoccupanti per la stabilità presente e futura dell’amministrazione comunale». Riassumono quindi i punti critici, dalla riduzione o eliminazione di importanti servizi ai cittadini all’eccessivo ricorso al debito che ingessa le manovre future, dalle alienazioni di cospicua e consistente parte del patrimonio immobiliare alla spesa concentrata sul completamento di opere pubbliche notoriamente in sofferenza. «Le entrate diminuiscono di circa il 20% rispetto agli ultimi due esercizi e di oltre il 40% rispetto a qualche anno fa. Di conseguenza – affermano Mecozzi e Cerrone – le risorse per finanziare i servizi ai cittadini risultano profondamente insufficienti, sintomo evidente di una inadeguata programmazione economica e finanziaria». «Si arriva al paradosso di contrarre nuovi debiti per il completamento di opere già costate oltre misura e sottoposte a fermo da parte delle autorità competenti – chiariscono i consiglieri – non c’è una traccia dei risultati delle holding e questo sembra bizzarro proprio perché la maggioranza sostiene che questi saranno estremamente brillanti». Cerrone e Mecozzi definiscono curioso il fatto che si cerchi di rinviarli al prossimo anno e sulle future perdite delle holding prevedono un Comune sull’orlo del dissesto.
Politica
2 Novembre 2011
«Per ripianare i debiti delle holding si andrà in dissesto»