CIVITAVECCHIA – La delibera di dello scorso 6 ottobre che nelle intenzioni del Sindaco e della Giunta avrebbe dovuto sistemare la questione delle casette è invece finita al centro di un nuovo esposto alla Procura della Repubblica, firmato dai Riformisti di Sinistra di Angelo Pierotti. In sostanza, avendo quell’atto posto le premesse per la consegna dell’area alla ditta affidataria dell’incarico, si chiede al magistrato di accertare eventuali irregolarità ed intervenire bloccando l’eventuale inizio dei lavori.
In particolare, Pierotti torna su due aspetti: la lettera della Regione che escludeva il concetto di temporaneità delle opere in questione, e che è stata disattesa dal Pincio e soprattuto il costo delle casette, oscillante fra gli 87 e i 97mila euro (non è chiaro se gli alloggi saranno 36 o 40), confrontato con quello di un normale alloggio popolare, dal costo finito medio di circa 95mila euro. Perché, dunque, si chiede Pierotti, spendere 3 milioni e mezzo per case di legno temporanee? Senza contare, conclude nell’esposto, che stando ai dati inseriti in delibera rimarrebbero a carico della collettività almeno 14 famiglie. Pierotti poi ricorda come il Dipartimento Territorio della Pisana lo scorso mese abbia chiesto al Comune chiarimenti e documentazioni, definendo il sito «non idoneo» per via di «motivazioni non ritenute attendibili».
Nello specifico la Regione nella sua lettera ha messo in evidenza tre punti: la mancata compatibilità urbanistica tra l’intervento residenziale e le destinazioni urbanistiche del sito, la diversa destinazione d’uso delle opere in progetto e l’esclusione del concetto di temporanetià delle opere in argomento «in quanto estraneo al concetto temporaneo di utilizzo e di precarietà degli immobili residenziali». Il Comune entro trenta giorni avrebbe dovuto rispondere, invece ha preferito elaborare la delibera 336 del 6 ottobre, nella quale in sostanza viene ribadito il carattere emergenziale legato alla questione abitativa e la natura temporanea dell’intervento, stabilita in quattro anni. Pareri constrastanti quindi, che avrebbero indotto i Riformisti di sinistra a presentare l’esposto in Procura, chiedendo un intervento che miri a bloccare il progetto. Un atto in cui viene definita necessaria la variante (rimandata dalla giunta a data da destinarsi) e che descrive l’ultima delibera di giunta come un tentativo di aggirare l’ostacolo frapposto dalla Regione Lazio introducendo la temporaneità dell’insediamento.
Il timore espresso dai Riformisti di Sinistra è che, già nei prossimi giorni, il Pincio dia il via ai lavori.