CIVITAVECCHIA – L’assessore come il ministro. Un caso, quello che vede coinvolto Vincenzo De Francesco, che sembra la parodia della vicenda Scajola. Come il titolare dello Sviluppo economico non è in grado di spiegare l’operazione di acquisto a suo nome dell’appartamento con vista Colosseo, così il numero uno del commercio cittadino parla di un conto corrente aperto da altri utilizzando i suoi dati. De Francesco fa il punto sui fatti di Vicenza, chiarendo un particolare: «Non sono indagato ma parte lesa». L’assessore al Commercio e Turismo infatti risulterebbe per il momento ‘‘persona informata sui fatti’’ e querelante sulla scia di un’indagine partita dalla fiamme gialle nel 2006. Un uomo (di cui l’assessore non ha voluto fare il nome) titolare di alcune importanti società sul territorio italiano, ‘‘appoggiandosi’’ alla filiale di Vicenza dell’attuale Banca Popolare di Puglia e Basilicata nel 2006 avrebbe aperto un conto corrente intestato alla ‘‘Rosa Service’’, ditta individuale intestata proprio a Vincenzo De Francesco, che dal 1996 al 2002 si è occupata di servizi alberghieri e turistici. Sul quel conto in poche ore sarebbero transitati circa 2,3 milioni di euro, versati dal misterioso imprenditore e prelevati dalla moglie di questi poco prima che il rapporto con l’istituto di credito venisse estinto. «Queste persone, che non ho mai conosciuto e che ho già querelato – aggiunge De Francesco – di sicuro sapevano che la ditta era chiusa da anni (anche se la partita iva non è stata cessata contestualmente, ndr) e che avrebbero avuto gioco facile». Sui rapporti con la banca e sulle firme rilevate dalla Guardia di finanza sugli atti di apertura del conto corrente al centro dell’inchiesta, spiega: «Con quell’istituto di credito ho avuto a che fare nel 2004, quando amministravo un consorzio romano che si occupava di logistica. Per aprire il conto tecnico necessario al versamento dei 3/10 del capitale sociale – prosegue – sei anni fa venne scelta quella banca». Una vicenda complessa insomma, con le fiamme gialle che mirano ad accertare se dietro ai fatti accaduti possa celarsi una distrazione di fondi dalla società da cui è partito il bonifico a fronte di una fattura che De Francesco dice di non aver mai emesso. «Non sapevo nulla – aggiunge l’assessore – i fatti li ho appresi lo scorso febbraio (il 24 dello stesso mese è stato convocato in caserma) e dopo essere stato ascoltato dai finanzieri di Civitavecchia, ad aprile mi sono recato a Vicenza, dove ho formalizzato la querela nei confronti di quell’imprenditore». Secondo Vincenzo De Francesco si tratterebbe di un’ indagine più ampia, che coinvolgerebbe altre società vittime del raggiro. I finanzieri, inoltre, sarebbero arrivati a lui dopo avere avviato un’inchiesta patrimoniale sulla società del misterioso imprenditore. «Purtroppo – conclude l’assessore – sono persona informata sui fatti e non posso dichiarare nulla. Qualcuno si è divertito alle mie spalle, farò valere i miei diritti nelle sedi opportune».
L’INTERVENTO DI ROBERTA GALLETTA (Partito democratico)
“Se la recente notizia del passaggio di quasi tre milioni di euro sul conto bancario dell’assessore della giunta Moscherini Vincenzo De Francesco fosse vera, sarebbe quantomeno opportuno che l’interessato chiarisca subito la sua posizione in merito alla vicenda. Il chiarimento si rende necessario, come in questo caso, non perché qualcuno vuole interessarsi agli affari personali di questo o di quell’assessore ma perché chi rappresenta politicamente e giuridicamente la collettività non solo deve rendere conto in primis alla cittadinanza delle proprie azioni ma deve avere comportamenti più che trasparenti, quasi cristallini e non cercare con mezzucci o fare spallucce se non riesce a dare una spiegazione più che plausibile alle proprie azioni. Per questo il Circolo del Partito Democratico di Civitavecchia accoglie positivamente l’appello della segretaria del PRC Valentina Di Gennaro a tutte le forze politiche sane di Civitavecchia affinché si apra un serio e costruttivo dibattito sulla questione morale che è alla base di una sana e corretta azione politica che si prefigge il bene della collettività e gli interessi comuni. Non certamente quelli personali ed economici di questo o di quell’assessore”.