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    Economia e Lavoro
    2 Novembre 2011
    «Stiamo soltanto gestendo la crisi»

    CIVITAVECCHIA – Più che un manager esperto nella gestione di crisi in azienda, Angelo Rosi ama paragonarsi ad un medico di rianimazione che tenta in tutti i modi di salvare il proprio paziente-azienda. Da quattro mesi, questo sessantaquattrenne umbro sta cercando in tutti i modi di far uscire dal baratro la Ccms. All’indomani dell’accordo sottoscritto due giorni fa a molo Vespucci, Rosi lancia un appello al mondo imprenditoriale, ai lavoratori, alle istituzioni e all’intera città. «La cooperativa ha ripreso a lavorare – ha commentato Rosi che attualmente è direttore generale in Ccms – siamo molto coesi e impegnati nel portare avanti le commesse in Privilege Yard. È l’appalto più importante. Io mi auguro che ci sia un po’ meno di confusione e che qualche animo infuocato venga riportato alla ragione. Su questa faccenda non c’è niente di personale. Si sta cercando soltanto di gestire una crisi». Rosi ha precisato che la Ccms non è in liquidazione e che i vertici dell’azienda hanno un solo obiettivo: salvare i 100 posti di lavoro e cercare di creare meno danni possibile al ceto creditorio. «Noi ci rendiamo conto di aver messo tutti gli altri in difficoltà – ha spiegato il manager – non solo la Cmp che ha portato i libri in tribunale ma anche tutte le altre 29 ditte subappaltatrici del nostro elenco. La difficoltà economica e finanziaria si è quindi riflettuta su tutti coloro che vantano crediti: dalle banche ai fornitori». La Banca delle Marche ha infatti sequestrato su autorizzazione del giudice i crediti vantati dalla Ccms e i crediti insorgenti, congelando quindi sia il passato che il futuro. All’indomani dell’accordo raggiunto due giorni fa in Autorità Portuale, se il giudice la autorizzerà a sbloccare una parte dei i crediti bloccati dalla banca delle marche, la Privilege Yard pagherà direttamente gli stipendi dei lavoratori (sia Ccms sia Cmp) che sono stati impiegati presso il cantiere. «L’azienda non si deve fermare – ha proseguito Rosi – altrimenti non ci sono santi che tengono. Se perdessimo per inadempienza contrattuale le commesse con Privilege l’azienda andrebbe perduta». Quindici giorni fa la Ccms è riuscita a riottenere il Durc (documento unico di regolarità contributiva). «Senza quello – ha concluso Rosi – non possono né pagarti, né autorizzarti ad entrare in cantiere, né darti nuove commesse. Questa è stata una svolta vitale perché altrimenti ci saremmo già fermati». L’ultima parola spetterà comunque alla magistratura che dovrà tenere conto dei 100 posti di lavoro degli operai e del futuro della più importante impresa metalmeccanica della città. Intanto il presidente Mario Fattorini ha inviato una email al procuratore capo Gianfranco Amendola per chiedergli un incontro.
    Ma. Ma.

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