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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «Troppe anomalie sul bando per i piani integrati»

    di GIAMPIERO BALDI

    S. MARINELLA – Organizzata dalla lista civica ‘‘Un’Altra città è possibile’’, si è tenuta presso la Sala Flaminia, l’assemblea pubblica sul tema: ‘‘I Piani integrati di intervento’’. Il pubblico, davvero numeroso, ha seguito con interesse gli interventi dei due leader della lista civica, Stefano Massera e Paola Rocchi, ma soprattutto quello del professor Giovanni Caudo, docente presso la Facoltà di Architettura all’Università Roma Tre. La relazione di Caudo non si è limitata a spiegare in cosa consista l’innovativo strumento urbanistico dei Piani integrati dal punto di vista legislativo e tecnico, ma è entrato nel merito dei cinque progetti presentati e in via di approvazione, fra i 14 piani recepiti dalla giunta Tidei ed adottati dall’attuale maggioranza. I cinque piani integrati analizzati nel dettaglio, sono stati quelli di Baia Serena, del Galoppatoio, dello Sporting 2000 in zona Prato del Mare, dell’area Benigni ad Alibrandi e i terreni Riccucci a Quartaccia. Il professor Caudo, ha spiegato che le amministrazioni delle grandi città si stanno avvalendo ampiamente dei Piani integrati, i quali consentono incrementi anche considerevoli delle cubature, rispetto a quanto previsto dai Piani regolatori generali, in cambio di opere pubbliche a spese dei privati. Il successo di tale strumento si deve soprattutto al fatto che le pubbliche amministrazioni, sempre più a corto di risorse finanziarie, demandano al privato parte delle infrastrutture necessarie. Non si parla naturalmente di opere di urbanizzazione primaria e secondaria (come strade, fognature, marciapiedi o ponti) ma di vere e proprie strutture di servizio da costruire ex novo come scuole, uffici pubblici e sale teatro. Il ‘‘contratto’’ tra la pubblica amministrazione e soggetti privati si fonda sul vantaggio economico ricavato dal privato rispetto a quanto previsto dal piano regolatore.
    «Se il Piano integrato prevede solo un aumento della cubatura – ha detto il professore – il vantaggio si calcolerà su questo aumento e sarà già di una certa consistenza, ma se il Piano integrato prevede il cambiamento di destinazione d’uso di un’area che passa da agricola ad edificabile, il beneficio del privato sarà molto più consistente».
    «Una pubblica amministrazione che abbia a cuore l’interesse collettivo – ha sottolineato Caudo – sarà particolarmente battagliera e scrupolosa nel calcolare questo vantaggio, cercando di strappare al privato una percentuale sui benefici finanziari che va da un minimo del 30% fino al 50%». Il professore, contesta però il modo con cui è stato fatto il bando di gara. «Il testo del bando sui Piani integrati del 2007 – afferma il professore – consiste in un modello standard in cui manca pressoché totalmente una formulazione chiara sia degli obiettivi specifici adatti per S. Marinella che delle esigenze che l’amministrazione si propone in termini di standard urbanistici. Riguardo al caso specifico dei 5 piani integrati approvati con delibera di giunta tre mesi fa, vanno individuate diverse anomalie. Intanto il vantaggio del costruttore non viene calcolato in base al criterio sopra esposto. Sono presentate cifre incoerenti e poco credibili ad uno sguardo più attento. Altra anomalia è che le opere di urbanizzazione primaria e secondaria come il ponte di Alibrandi, sono considerate opere di mecenatismo e calcolate come tali, mentre aree adiacenti alla ferrovia o all’autostrada di rispetto per legge, vengono generosamente adibite a giardino e fatte passare per aree a servizio. Secondo un calcolo davvero molto approssimato, solo sui cinque piani integrati presi in esame, il Comune incamera tre milioni e 350mila euro in meno, soldi sottratti alla collettività per generosa concessione ai privati della giunta Bacheca. A quanti milioni di euro questa amministrazione intende rinunciare, visto che i 14 piani integrati prevedono, nel loro insieme, una colata di cemento superiore ai 220 mila metri cubi?»