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    Economia e Lavoro
    2 Novembre 2011
    «Un motore con poca ripresa»

    CIVITAVECCHIA – Dopo un 2009 di buio pesto torna a circolare nei mercati mondiali un po’ di ottimismo. In queste prime settimane dell’anno in città sembra circolare una fragile speranza di ripresa economica, che muove però i passi ancora in una grande incertezza. Come sarà dunque il 2010 per Civitavecchia? L’associazione Ventuno, con il sostegno di Seapress, La Provincia e di una impresa locale molto attenta allo sviluppo del mercato come la Ites (attiva nel settore dell’impiantistica e delle reti) a dicembre è partita con un giro di orizzonte culminato il mese scorso in un confronto pubblico e con una ricerca tra opinion maker, istituzioni e associazioni di categoria locali, messi attorno a un tavolo per rispondere alla domanda: sarà un anno di ripresa, o la coda della crisi colpirà ancora chi a stento ha resistito ad un 2009 terribile? Il porto si conferma come il centro nevralgico dell’economia del territorio, nei timori e nelle speranze. «Il 2009 è stato un anno difficile – ha precisato il presidente dell’Authority Fabio Ciani – ma negli ultimi mesi abbiamo registrato i primi segnali di recupero, chiudendo l’anno con perdite più contenute anche rispetto agli altri porti italiani. Sul versante delle opere, necessarie a far ripartire l’economia, abbiamo risentito dell’impossibilità di iniziare a utilizzare i 150 milioni di euro assegnatici dal Cipe per le darsene traghetti e servizi. Nel 2010 l’erogazione di quei fondi sarà fondamentale per una vera ripresa anche dell’indotto derivante dall’apertura dei cantieri». Fiducioso nello sviluppo e nelle potenzialità della città il presidente della Cariciv spa Massimo Ferri che in sintonia con Ciani vede nel porto il principale, se non l’unico volano economico su cui concentrare le energie ed invita quindi le istituzioni e gli operatori economici ad essere più solidali. «La crisi a Civitavecchia la sentiremo ancora almeno per i prossimi sei mesi. La città è povera, ma ha tutte le carte in regola per decollare. Serve una volontà politica forte, senza sterili divisioni. In questo territorio c’è sempre stato una sorta di “microsistema” particolare dal punto di vista economico-finanziario. Con il cantiere Enel che si avvia alla chiusura la ripresa può ripartire con forza solo dall’attività portuale che comunque sta risentendo il calo dei traffici. Speriamo di aver toccato davvero il fondo e di essere in risalita». Il testo integrale dell’articolo sul confronto-giro di orizzonte è pubblicato sull’ultimo numero de La Tribuna disponibile ancora in tutte le edicole di Civitavecchie e del comprensorio.