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    Politica
    2 Novembre 2011
    «Una città in preda ad una monocrazia cesaristica»

    CONFERENZA   di MATTEO MARINARO

    CIVITAVECCHIA – «Moscherini ha tradito la città e ha stravolto il mandato che gli avevano affidato gli elettori. Si è permesso di modificare l’assetto espresso dalle elezioni nel 2007. Il rimpasto appena concluso non fa altro che confermare questo dato». Con queste parole i consiglieri comunali del Pd Gatti, Tidei, Piendibene e Porro hanno annunciato la necessità di una mozione di sfiducia in consiglio comunale per porre fine all’attuale amministrazione. Alla luce del recente rimpasto, Marco Piedibene ha apostrofato il sindaco come un ‘‘principe poco illuminato che fa fuori chi non la pensa come lui’’. «La polemica – ha aggiunto il consigliere del Pd – innescata da autorevoli esponenti del centrodestra è emblematica: assessorati creati ad hoc per gli amici a capo dei quali vanno i consiglieri più votati e non dei tecnici. Un escamotage per far fuori quelli che non sono deferenti con il principe, che li considera dei subalterni». Piendibene ha anche stigmatizzato il continuo ‘‘saccheggio’’ che la maggioranza ha operato tra le fila dell’opposizione (l’ultimo passaggio quello del consigliere Mecozzi). «Un atteggiamento – ha concluso – che la dice lunga: anche se una fronda di An o FI si tirassero fuori riuscirebbero comunque a far passare provvedimenti del ‘‘calibro’’ della variante 29». Per Marietta Tidei il vero problema di Moscherini è il modo con cui opera le scelte. «Tutte fatte con parametri personali ed in base alle amicizie – ha dichiarato – e questo è un fatto devastante per la città. Altro problema è quello delle quote rosa: Civitavecchia è uno tra i pochissimi comuni d’Italia che non ha neanche una donna in giunta». La Tidei entra nel merito analizzando anche i vari assessorati e le deleghe. «I servizi sociali sono stati derubricati – ha commentato – e non si capisce (o meglio si intuisce) il perché sia stato deciso di scorporare il verde pubblico dall’ambiente. Si è creato però un assessorato come quello al mare». Poi l’analisi della consigliera del Pd si sposta sul profilo politico della vicenda rimpasto. «È grave quanto sta accadendo nel Pdl – ha commentato la Tidei – e ne pagherà le conseguenze la città. L’Udc non ha fatto una bella figura e mi sarei aspettata un atteggiamento più dignitoso. Su De Marco ‘‘fannullone’’ osservo che (non per difenderlo) al suo assessorato non è arrivato un euro, quando la partita per una città come la nostra si gioca proprio sullo sviluppo. Una delibera all’anno è poco, l’avrei mandato via prima». Nicola Porro è invece partito dallo sperpero del denaro pubblico (in mattina ha fotografato i lampioni del lungomare Thaon de Revel tutti accessi alle 10 del mattino) parlando di una città in preda ad una ‘‘monocrazia cesaristica guidata da un uomo solo che non tollera la dialettica e il dissenso’’. «Assistiamo – ha commentato – ad una decomposizione e allo smantellamento dei partiti che lasciano lo spazio ad un piccolo gruppo di fedelissimi che è anche intercambiabile. C’è una governance che consapevolmente abbassa il profilo perché conta solo la fidelizzazione con la leadership. E i partiti hanno legittimato tutto ciò. Emerge un panorama desolante totalmente illeggibile». Porro auspicando che ‘‘questo momento passi presto’’ ha anche lanciato, all’indomani di episodi quali l’aggressione a Monteduro e gli attacchi alla stampa, un preoccupante allarme di degrado morale e civile. «Una città in cui è possibile fare tutto – ha concluso Porro – e il degrado politico si trasforma in degrado morale e civile, i sintomi ci sono». Ha concluso l’incontro il capogruppo Alessio Gatti che ha sparato a zero su Moscherini e sui nuovi assessori, annunciando il nuovo ruolo dell’opposizione. «È un sindaco che aggira le regole quando non le interpreta a modo suo – ha dichiarato – è incapace. Il rimpasto è stato aberrante: assessorati costruiti ad hoc per i giullari di corte. Mi chideo che fine abbiano fatto il Pdl e l’Udc. Non ci fidiamo più di questa amministrazione e vogliamo vederci chiaro. D’ora in poi controlleremo capillarmente determine e delibere. Stiamo studiando gli appalti dal 2007 e anche prima che venisse eletto Moscherini. Vogliamo capire se le aziende che prima lavoravano in porto quando il sindaco era presidente dell’authority oggi lavorano anche in comune. Ci risulta che l’azienda che realizzerà il villaggio di legno sia la stessa che ha lavorato alla banchina 25».