CIVITAVECCHIA – Sulla vicenda Seport l’Ugl torna all’attacco, affermando che la società «si trova in difficoltà economica principalmente perché è stata gestita in maniera molto clientelare e perché – si legge in una nota – negli ultimi due anni il personale è stato utilizzato e valutato non per le capacità professionali ma solo per l’appartenenza politica».
Questi, secondo quanto riporta una lettera trasmessa ai vertici del sindacato, sarebbe l’origine dei mali della Seport. Le parti sociali inoltre parlano di un’azienda trasformata in una succursale politica: «Se le altre organizzazioni sindacali fanno finta di nulla – dichiara il segretario provinciale Stefano Cantarini – l’Ugl non ci sta a questo stantio ritornello dove il bene dei lavoratori sta solo a sinistra. Iacomelli & Co. – prosegue la lettera indirizzata a Favoccia e Cioce – continuano a replicare a Freedom anziché rispondere alle accuse dell’organizzazione sindacale, non capendo quanto questo li danneggi dinanzi all’opinione pubblica. È mai possibile – si chiede Cantarini – che a Civitavecchia nessuno mai si sia accorto di quello che il nostro sindacato è riuscito a vedere in pochissimi mesi? Nessuno ha pensato per un solo istante che forse Garcia e De Angelis sono gli unici responsabili della crisi dell’azienda e adesso dopo averla affossata economicamente, cercano disperatamente solo di salvare le loro preziose poltrone?». Secondo l’Ugl l’attuale accordo non si può sostenere in quanto non esisterebbe un vero piano industriale: «Non ci sono sufficienti garanzie sul mantenimento degli attuali posti di lavoro – dichiara il sindacato – le imprese private non esplicitano in che modo e in quanto tempo verseranno i loro capitali per far fronte alla sofferenza aziendale». Le parti sociali dichiarano inoltre che quella della crisi economica sarebbe una scusa che non regge più: «Garcia e De Angelis e tutto il cda – riferiscono dall’Ugl – abbiano il coraggio di ammettere il loro fallimento, abbiano la decenza di sedere al tavolo e ricominciare tutto da capo.
Non siamo più disponibili – afferma Cantarini – a prestare il fianco a prestare il fianco a questo bizzarro modo di gestire una vertenza così delicata. Se all’inizio abbiamo dimostrato disponibilità al tavolo, oggi l’Ugl non è più disponibile. Ci permettiamo di dare un suggerimento a Iacomelli – si legge nella missiva – ossia di essere più cauto e vigile nella conduzione Seport: mettere a norma tutta una serie di strumentazioni è un obbligo di legge e non un investimento». A De Angelis Cantarini dice: «Lei per l’Ugl è un quadro amministrativo, non dirigenziale, pertanto deve essere posto in solidarietà insieme agli altri 54 operai della Seport».
Porto
2 Novembre 2011
«Una vertenza gestita in modo bizzarro»