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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «Vogliamo chiarezza sugli accorpamenti della Asl»

    CERVETERI – «Nella politica di riduzione delle spese nel settore sanitario, oltre alla chiusura degli ospedali, come nel caso del nosocomio Padre Pio di Bracciano è prevista anche la riduzione del numero dei distretti mediante accorpamento. Questa misura si rende necessaria in quanto, essendo bloccato il turn-over, il personale addetto al funzionamento del distretto è destinato a ridursi progressivamente, portando alla paralisi l’operatività». L’allarme è lanciato dal sindaco Gino Ciogli che ha spiegato come l’amministrazione comunale di Cerveteri abbia deciso di scendere in campo contro i tagli alla sanità indiscriminatamente decisi dalla Regione Lazio. “La contromisura dell’accorpamento – ha detto Ciogli – ripristina i livelli di presenza del personale a valori che ne consentono l funzionamento. In particolare, il Distretto F2, composto dai comuni di Cerveteri e Ladispoli, è previsto che venga accorpato con il Distretto F3, composto dai cinque comuni del lago Bracciano, Anguillara, Trevignano, Manziana e Canale Monterano. In realtà, il Distretto “fuori standard” è il Distretto F3, in quanto, al 31 dicembre 2009, la popolazione residente dei 5 comuni non raggiungeva le 50 mila unità, quando il limite al di sotto del quale il Distretto non può essere autorizzato è di 60 mila abitanti. Il Distretto F2, invece, con i suoi due comuni, raggiunge e supera, sempre al 31 dicembre 2009, le 76 mila unità. Ciò premesso, si assiste ad un tentativo di forzatura, da parte della Direzione ASL, di accorpare i Distretti e trasferire la Direzione a Bracciano! Quale è la logica di questa operazione? Chi sta forzando per una soluzione che stravolge il buon senso e le normali regole decisionali? Chi è che vuole costringere 80 mila utenti, tanti sono diventati nel frattempo i residenti di Cerveteri e Ladispoli, a fare riferimento a Bracciano, con tutto quello che ne consegue in termini di mobilità e di disagi? Sono domande che attendono risposte. Il vertice ASL si è sempre vantato – a ragione – della propria professionalità ed indipendenza di giudizio. Pretendiamo un atteggiamento coerente anche in questa occasione. Specie ora che è stato riconfermato dalla Regione Lazio”.