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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «Vogliono la chiusura dell’ospedale di Tarquinia»

    TARQUINIA – Nuovo allarme per l’ospedale di Tarquinia. Il piano di riordino sanitario prevede tagli e chiusure per gli ospedali della Tuscia e per il sindaco della città etrusca, Mauro Mazzola, rappresenta il preludio per la chiusura delle strutture sanitarie di Tarquinia e Acquapendente. Il primo cittadino torna ad alzare la voce e si dice pronto a qualsiasi azione civile possibile, al fine di contrastare la dismissione del nosocomio di Tarquinia. Il dito è puntato contro la neo presidente della Regione Lazio. «In campagna elettorale – dice Mazzola – il governatore Renata Polverini prometteva un giorno sì e pure l’altro che non avrebbe tagliato neanche un posto letto e che avrebbe reso il servizio sanitario regionale efficiente. A distanza di due mesi dalla sua vittoria con il piano di riordino ha, di fatto, dichiarato il “de profundis” per la sanità della provincia di Viterbo». «Ciò che considero folle – incalza il primo cittadino – non è soltanto la chiusura degli ospedali periferici di Montefiascone e Ronciglione e la riduzione dei posti letto del nosocomio di Belcolle, ma l’accorpamento dell’Ausl di Viterbo con quella di Rieti e parte della provincia di Roma». «Inoltre – parla chiaro Mazzola – non serve essere dei veggenti, tutto ciò prelude alla chiusura delle strutture di Acquapendente e di Tarquinia». Il primo cittadino è pronto alla battaglia: «Ribadisco che l’amministrazione è contraria ad ogni ipotesi di dismissione o ridimensionamento del nosocomio cittadino e pronta a esprimere in modo fermo e civile il suo dissenso». Sull’argomento non manca la stoccata politica al centrodestra: «In tutto questo, il silenzio del centrodestra provinciale è sconcertante. Nessun esponente del Popolo delle Libertà ha avuto il coraggio di prendere posizione e di criticare un progetto devastante, grazie al quale si avranno meno servizi e si pagherà di più per garantirli. I cittadini, infatti, saranno costretti a lunghi spostamenti per usufruire anche delle più semplici prestazioni. Infine, chi garantirà i lavoratori che vedranno a rischio la propria occupazione? Il presidente Polverini dovrebbe quindi dire la verità: sta operando una mannaia sociale che mette a rischio centinaia di lavoratori e riduce drasticamente i posti letto e a cui si aggiunge l’aumento ai massimi livelli delle tasse Irap e Irpef».