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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    «Zps, la bozza è discutibile ma emendabile»

    di ROMINA MOSCONI

    TOLFA – «No alla Zps, questo il tormentone che si sta riproponendo a ridosso della tornata elettorale. Gli amministratori dei comuni del comprensorio tolfetano-cerite-manziate gridano allo scandalo e si scagliano contro l’assessore regionale all’Ambiente Zaratti reo, secondo loro, di nefandezze e vessazioni nei confronti delle popolazioni residenti». Ad esprimersi così in una nota è il consigliere di minoranza di Tolfa, Antonio Marini (Prc). «La bozza è discutibile, ma è emendabile da chi vuole lavorare seriamente per raggiungere un accettabile compromesso tra i vincoli per la tutela ambientale e le esigenze dei residenti – scrive Marini – le Zps furono introdotte, su specifica direttiva comunitaria, nel 2006 e da allora gli stessi amministratori che oggi alzano tanto polverone non hanno speso una parola sull’argomento. Oggi invece, come per incanto, a ridosso delle regionali, tutti si sentono autorizzati a parlare, persino l’assessore di S. Marinella, nel cui territorio l’impatto delle Zps è quasi nullo». Il rifondista tolfetano poi alza il tono: «Le paure, se ben sfruttate, in campagna elettorale fruttano voti e bene lo sanno il sindaco di Tolfa e la sua maggioranza che nelle elezioni comunali del 2006 costruirono buona parte dei consensi al grido di ‘‘No alle Zps’’. Salvo poi, vinte le elezioni, riporre tutto nel cassetto. Il nostro sindaco è candidato e, per l’occasione, riveste i panni di paladino e difensore dei residenti e ripropone lo spauracchio dei vincoli. Oggi Battilocchio si indigna e minaccia di ricorrere al Tar e alle sedi europee competenti contro le decisioni regionali, dimenticando che fino ad un anno fa vicino era europarlamentare, ma non ci risulta abbia mosso paglia». Marini e la minoranza propongono altri percorsi «senza accettare regole sproporzionate e calate dall’alto senza aver interpellato e sentito le ragioni dei residenti». La bozza delle misure di conservazione contiene, secondo Marini, disposizioni e divieti assai discutibili, «figli di un integralismo ambientale che poco si concilia con le esigenze di sviluppo e di crescita delle comunità locali». «Ma la battaglia per la loro soppressione è perduta in partenza – conlcude Marini – e a poco serve gridare e minacciare ricorsi oggi, dopo anni di silenzio occorre con buon senso e determinazione avviare un confronto con la Regione per puntare alla revisione della bozza e reclamare impegni per finanziamenti e riconoscimenti alle popolazioni oppresse dai sacrifici delle servitù, come contropartita ai vincoli imposti. Pretendere che le spese per le procedure della valutazione di incidenza, laddove prevista, vengano sostenute dalla Regione e non dai richiedenti e che gli EE.PP. ed i singoli privati possano essere risarciti delle sofferenti entrate per il mancato taglio dei boschi e indennizzati per le eccessive spese causate dal rigoroso e penalizzante utilizzo dei pascoli. Le comunità locali hanno bisogno di meno demagogia e più concretezza. Sarà necessario affrontare con serietà il problema Zps dopo le elezioni e pretendere dalla nuova giunta regionale impegni tangibili per la nostra comunità».