TARQUINIA – Il Comitato degli agricoltori frontisti del Mignone, torna a far sentire la propria voce alle istituzioni locali e regionali per quanto riguarda il problema dei lavori sul fiume, che se non verranno completati entro breve potranno presentarsi come la conseguenza di ulteriori danni alle vicine colture. A mettere in evidenza l’annosa vicenda sono alcuni delegati del Comitato, che hanno riscontrato numerose lacune in merito ai lavori che sono stati iniziati nel tratto del fiume Mignone, dall’Ardis Agenzia regionale per la difesa del suolo successivamente dati in appalto ad altre ditte. «Siamo enormemente preoccupati della situazione in cui versa il Mignone e i suoi argini a seguito dei lavori effettuati non correttamente – esordiscono dal Comitato – e se dovessero verificarsi nuovi alluvioni, i nostri terreni sarebbero inondati dai detriti e dal truciolato lasciato in stallo sugli argini dalla ditta che ha eseguito i lavori». I circa cento agricoltori riferiscono che il problema più significativo è quello di aver fatto partire i lavori sul fiume, in senso contrario. «La ditta ha iniziato le opere a circa 6 km a monte dell’Aurelia – aggiungono allarmati dal Comitato – e hanno lasciato i materiali legnosi tagliati all’interno delle ‘golene’. Legno che in parte è stato triturato per fare il ‘pellets’. Se dovessero verificarsi eventi atmosferici come quello recente di gennaio, si potrebbero venire a creare dei veri ‘tappi’ nelle parti a valle del fiume, e si darebbe vita ad una esondazione nelle nostre terre causando ingenti danni». Questo potrebbe andare a comportare un serio pericolo per le proprietà vicine, e dover togliere dai terreni il materiale legnoso trasportato dalle acque. «Abbiamo gia scritto due lettere alle autorità i primi di maggio – proseguono i delegati del Comitato – mettendo in evidenza le criticità che sono sotto gli occhi di tutti. Alcuni amministratori comunali sono a conoscenza della vicenda, ma noi non abbiamo ancor ricevuto nessuna risposta. Chiediamo che i lavori di oltre 400mila euro vengano eseguiti con criterio, e conclusi in modo tempestivo. Non si può aspettare che un altro disastro ponga l’attenzione su questa zona. Le strade per far transitare i mezzi di trasporto ci sono, quindi bisogna portare via subito i detriti rimasti fermi che rappresentano un ostacolo per il corso e il libero deflusso del fiume». Intanto i delegati del Comitato non ascoltati, hanno scritto una nuova lettera di disappunto all’Ardis, alla Regione Lazio, al prefetto di Viterbo, al sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola e al Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca. «Con questa nuova missiva – concludono dal Comitato del Mignone – diffidiamo l’Ardis a riprendere i lavori e svolgerli a regola d’arte, e in caso di eventuali danni causati dal maltempo per l’incuria delle opere, ci sentiremo in dovere di avanzare azioni presso le sedi competenti, e a darne eventualmente notizia alla Procura della Repubblica, affinché si trovi una rapida soluzione a questa vicenda». (Ale.Ro.)
Cronaca
2 Novembre 2011
Lavori sul Mignone, gli agricoltori alzano la voce