Egregio direttore de “La Provincia”,
da molto tempo, ormai, il giornale da Lei diretto adotta una linea editoriale in netto contrasto con la politica che la maggioranza democraticamente eletta sta portando avanti da maggio 2007. Appare chiaro, ed è sotto gli occhi di tutti, l’accanimento mediatico che Lei, forte del suo quotidiano, sta perpetrando nei confronti di questa Amministrazione Comunale. Allora, faccio alcune considerazioni. Credo che fare il giornalista sia un mestiere difficile. E’ risaputo, infatti, che il politico, solitamente, critica il lavoro del reporter quando questi lo critica. Viceversa, lo elogia quando invece accade il contrario. Partendo da questo presupposto, noto con dispiacere che questa regola nel suo giornale non c’è. Ma è possibile, Direttore, che questa Amministrazione non ha mai fatto nulla di buono per meritarsi gli elogi del suo giornale? E le chiedo ancora: ma non era Lei, Direttore, che nel 2007 sponsorizzava la candidatura di Moscherini a Sindaco? D’altronde è noto a tutta la città, soprattutto quando Moscherini era presidente dell’Autorità Portuale, che i suoi rapporti con lui erano eccellenti. Lei, Direttore, è conosciuto bene in città. Soprattutto per la sua sensibilità. Guarda caso verso tutti i sindaci che ci sono stati sul territorio. Come non ricordare il Suo “equilibrio” verso Tidei, De Sio, ma anche Saladini e…Moscherini da presidente del Porto. Lei non ha mai esitato di farsi notare. Sia nelle capacità che nelle doti. Doti talmente “evidenti” e “rare”, che spinsero lo stesso Moscherini ad assumerla al Porto come Addetto Stampa e responsabile dell’immagine dell’Autorità Portuale con i media. Lei avrà la possibilità di pubblicare o meno questa missiva, magari mettendo una foto ridicola del sottoscritto o relegando il pezzo in un angolino insignificante e non visibile (giochetti che conosciamo bene e dei quali lei è ormai un maestro indiscusso). Il suo articolo, o quello di qualche suo fido collaboratore, dipinge Moscherini come un mangiafuoco delle Fiamme Gialle. Vede, caro Grasso, non conosco come sono andati esattamente i fatti. Lei magari ha fonti più attendibili nella segreteria del Sindaco, d’altronde ognuno ha il suo Bruto. Forse c’è stato anche un diverbio con l’ufficiale delle Fiamme Gialle a cui va tutta la mia solidarietà per aver subito questa gogna mediatica su una questione del tutto procedurale. Solidarietà che va anche al primo cittadino, che si vede dipinto come un mangiatore di uomini. Vede Grasso, mi chiedo come mai non ricordo un solo articolo contro l’operato del presidente dell’Autorità Portuale Fabio Ciani. E mi creda ce ne sarebbe stata l’occasione per farlo. Anche quando ci fu quel bell’episodio, con cui si imponeva ai lavoratori di un’impresa del porto di votare alle elezioni in svolgimento in quel periodo, con tanto di cartello illustrativo fuori la sede…. Vede, Grasso, io non le ho mai visto scrivere dello sfacelo che Ciani ha fatto al porto, con una gestione monocolore e partitica senza precedenti. Mai era stato visto qualcosa di simile presso lo scalo marittimo. Quindi, è chiaro che la sua obiettività lascia molto a desiderare in questo periodo. Mi auguro, Direttore, che Lei sia in grado di mettere da parte riserve personali e accanimenti che non si addicono ad un direttore di testata e possa, da oggi in poi, recepire con obiettività tutto il lavoro che questa maggioranza sta facendo per il bene della città e del territorio.
Cordialmente,
Dimitri Vitali
Caro Vitali, quando vuole e, se ne avrà voglia e tempo, può venire a consultare la raccolta della Provincia e troverà numerosi articoli che riportano fedelmente le dichiarazioni dell’amministrazione sui progetti presenti e futuri e sulle iniziative del Comune. Nel 2007, non ho alcuna difficoltà a ricordarlo, ero tra coloro, circa il 53% dei civitavecchiesi, che credevano nel progetto politico delle larghe intese e nella volontà e capacità di Gianni Moscherini di cambiare in meglio la città. Mi sono speso in prima persona per quel progetto ed il giornale lo ha sostenuto perché credeva fosse un’opportunità per Civitavecchia. Poi, il tempo (parliamo di oltre due anni, non di un giorno) ha dimostrato il contrario. Secondo lei, caro Dimitri, cosa produce di buono e da elogiare il caos quotidiano del Pincio? Le domande che, nella massima serenità, pubblichiamo da qualche giorno sono quesiti che i lettori, quindi i cittadini, rivolgono al sindaco, come rappresentante dell’amministrazione che anche lei rappresenta. Proprio non significano nulla, caro Dimitri? Proprio non percepisce un minimo di scontento e di delusione rispetto alle grandi aspettative che c’erano nei confronti di un progetto che, io per primo ne ho preso atto tanto tempo fa, caro Dimitri, è fallito nel momento stesso in cui si era affermato. Moscherini, lo sa bene perché queste cose ho avuto modo di dirgliele di persona, già durante la campagna elettorale, aveva la grande occasione di rimettere in carreggiata la città, che nel 2007 credeva in lui, nelle sue capacità manageriali. Se in poco tempo ha dilapidato un patrimonio di credibilità personale ed autorevolezza costruito in dieci anni al porto, può soltanto prendersela con se stesso. E noi possiamo solo che essere dispiaciuti, perché siamo tutti noi a farne le spese. Quanto alle sue allusioni, caro Vitali, non so a cosa si riferiscano e le rimando al mittente senza difficoltà e senza scendere sul personale, come ormai purtroppo a Civitavecchia siamo soliti fare: sarebbe fin troppo facile e di cattivo gusto. E mi sottraggo volentieri, limitandomi a rispondere – anzi mi farebbe piacere se fossero i sindaci che lei ha tirato in ballo a chiarirlo direttamente – che da quando scrivo, o dirigo un giornale – sbagliando come possono sbagliare tutti, ma ritengo sempre in buona fede – non mi sembra di aver fatto sconti particolari a qualcuno di quelli che lei ha nominato, quando ho ritenuto che il loro operato politico o amministrativo non fosse il massimo per la città. Lo chieda all’onorevole Tidei, allo stesso De Sio, di cui pure non ho problemi a dichiararmi amico di vecchia data (abbiamo cominciato a lavorare in un giornale insieme), fino a Saladini, che credo sia quello che si possa lamentare di più per come La Provincia ha criticato (a nostro avviso legittimamente e su questioni concrete) la sua pur breve amministrazione. Sempre, però, caro Vitali cercando di non essere “contro” a tutti i costi e di non scadere nell’attacco personale, al contrario di altri e proprio come abbiamo fatto con questa amministrazione, che politicamente – lo abbiamo scritto e lo ribadiamo – è al capolinea da parecchio tempo. Veniamo al porto: anche qui, la linea del sottoscritto e del giornale è la stessa da sempre. Lo scalo è la principale fonte di reddito della città e in questo senso va valorizzato e “sostenuto” almeno fintanto che le esigenze portuali non entrino in collisione con gli interessi stessi della città. In questo senso, sulla maggior parte delle questioni, sostenemmo Moscherini quando era alla guida dell’Autorità Portuale, così come abbiamo poi fatto con Ciani. Quanto alle altre sue valutazioni, chieda pure agli operatori dello scalo, agli imprenditori, ai portuali ed alle stesse forze politiche se è mai stata negata loro ospitalità anche quando hanno criticato il Presidente dell’Authority, che non è certo un intoccabile per la stampa, né tanto meno per il nostro giornale. Quanto alle presunte imposizioni o “consigli” per il voto, sono d’accordo con lei che si tratta di metodi deprecabili e inopportuni, per i quali sono stati criticati in passato tanto Moscherini (da presidente) quanto Ciani. L’obiettività, comunque, non è di questo mondo. E sarò perdonato anch’io se non posso essere definitio obiettivo. Ma di questo, caro Vitali, devo rispondere solo ai miei lettori. Venendo al merito della sua lettera (la vicenda della sfuriata del Sindaco con l’ufficiale della Guardia di Finanza, che però – sbaglierò – per lei era solo un pretesto per scrivere la lettera, ma sono felice che lo abbia fatto, così da poter chiarire pubblicamente i punti da lei indicati) mangiafuoco, come lei definisce il sindaco, non bisogno di un Bruto nella sua segreteria o altrove, semplicemente perché era talmente fuori di sé che tutto piazzale Guglielmotti ha potuto sentire che nell’ufficio del sindaco c’era… un minimo di concitazione. Quanto alla gogna mediatica, caro Dimitri, non è certo l’ufficiale ad averla subita. Semmai è Moscherini, con i suoi comportamenti, come dimostrano i commenti a senso unico dell’accaduto. Ma forse saremo in tanti in città ad essere civitavecchiesi di m… come ama definirci pubblicamente il nostro sindaco, che pensano che stiamo assistendo ad una deriva morale e di comportamenti senza precedenti. Ma non pretendo certo che lei debba pensarla come me, caro Dimitri. Però stia tranquillo, non ho né riserve, né accanimenti: perché dovrei? Sono sempre stato un convinto assertore della divisione tra i rapporti personali, anche quelli di amicizia, e quelli legati agli incarichi che ciascuno di noi riveste. Anche in questo caso, però, non mi sembra che il mio pensiero sia condiviso nell’era dei moscherines. Del resto era così anche prima, fin dall’ascesa al soglio di quello che definimmo “Pietro il Grande”: come vede non c’è niente di personale. Anzi, il pezzo è in prima pagina e quanto alla foto, ho scelto quella che credo le possa piacere di più, visto che su di essa ha costruito la sua campagna elettorale che le ha portato tanti consensi. Che non sarà certo questo giornale a disconoscere, così come le cose buone e meno buone fatte dal sindaco e dall’amministrazione, a cui rinnoviamo gli auguri di buon lavoro.
Massimiliano Grasso