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    Politica
    2 Novembre 2011
    Le provocazioni di chi è senza pudore

    di MASSIMILIANO GRASSO

    La provocazione della Federlazio (o di chi l’ha suggerita) sul quarto gruppo a carbone di Tvs (o a Torre Nord) è semplicemente inaccettabile, senza pudore. E’ un’offesa all’intelligenza di una città intera, che evidentemente si merita di essere trattata in questo modo. Per i soliti, tantissimi, ‘‘smemorati’’ forse è bene ricordare in estrema sintesi solo due passaggi fondamentali degli ultimi anni: la riconversione di Torre Valdaliga Sud (che fece molto meno clamore perché in effetti si trattatava di un miglioramento ambientale a tutti gli effetti), che dal punto di vista economico e finanziario avrebbe dovuto costituire, per le imprese locali perennemente in crisi, la boccata di ossigeno per poi tuffarsi nella grande opportunità del cantiere più grande di Europa: quello della riconversione a carbone di Torre Valdaliga Nord, che a sua volta avrebbe dovuto portare sviluppo, occupazione e la straordinaria occasione di acquisizione di know-how da utilizzare successivamente in Italia e all’estero, sempre da parte delle imprese locali.

    La cronaca di 3-4 anni fa è ormai storia: il cantiere di Tvn aprì i battenti mentre le imprese civitavecchiesi erano ancora ‘‘impelagate’’ nella chiusura dei lavori a Tvs: la boccata di ossigeno diventò il rantolo di chi era alla canna del gas prima ancora di sedersi al tavolo con l’Enel. Il resto è noto a tutti: l’incapacità della politica locale di essere classe dirigente per la città ed il territorio e quella dei sedicenti di fare impresa hanno trasformato la grande opportunità nel più grave bagno di sangue (per le imprese stesse) che la storia locale ricordi ed i cui effetti ancora non sono completamente noti.

    Ora, solo pensare di ‘‘mettere una pezza’’ costruendo un gruppo in più è pura follia, quando già da più di dieci anni si sarebbe dovuto pensare ad un modello di crescita completamente diverso da quello che ha portato ad una serie di fallimenti (di imprese e politiche) che è sotto gli occhi di tutti, gravando il territorio di servitù di cui pagheranno il peso le future generazioni.