TARQUINIA – Si è avvalso della facoltà di non rispondere Riccardo Scoponi, il tarquiniese finito nell’inchiesta relativa alla gigantesca rete di riciclaggio di denaro sporco con ramificazioni internazionali, scoperta dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri del Ros. Il 52enne, difeso dall’avvocato Andrea Miroli, del foro di Civitavecchia, stamattina, durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi a Viterbo al carcere Mammagialla, ha deciso di non rispondere alle domande del gip Gaetano Mautone, delegato dal collega del tribunale di Roma, Aldo Morgigni impegnato, sempre ieri, nei numerosi interrogatori svoltisi a Milano. «Rimandiamo tutte le valutazioni difensive nel ricorso al tribunale della libertà», ha detto l’avvocato Miroli, impegnato a studiare gli atti sui quali, poi, incardinare la strategia difensiva. Scoponi è stato l’amministratore della I-Globe, una delle società coinvolte nel cosiddetto ‘‘sistema carosello’’, studiato, secondo l’accusa, per creare operazioni economiche fittizie al fine di realizzare fondi neri poi riciclati in paesi esteri mediante investimenti in beni immobiliari, gioielli e automobili. Riccardo Scoponi, alla guida della società, dal 2005 al settembre 2006, avrebbe poi ricevuto una importante offerta, molto vantaggiosa, da parte di imprenditori russi, da qui la decisione di vendere. Così, la I-Globe che prima aveva la sede a Roma, in via Domenico Azuni, e faceva capo a Riccardo Scoponi, si trasferisce a Mosca sotto l’amministrazione del russo Mikhail Nikitin. Di quella vendita sarebbero state pagate tutte le relative tasse e sarebbe stata eseguita un’operazione, secondo la difesa, assolutamente lecita. Secondo l’accusa, tutto il meccanismo, che vede coinvolti tra gli altri i vertici di Fastweb e Telecom Sparkle, ruoterebbe attorno ad una girandola di bonifici e di false fatturazioni che nel sistema complessivo avrebbero portato ad una frode che ha sottratto alle casse dello Stato italiano 365 milioni di euro e che avrebbe permesso di realizzare utili all’organizzazione criminale. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il carosello delle fatture iniziava da Londra dove ha sede la società Acumen Ltd. Proprio il 13 aprile del 2005 la Acumen effettua un bonifico a favore di Telecom Italia Sparkle per circa 2 milioni di euro. Il pagamento è giustificato dall’acquisto di traffico telefonico. Nel viaggio verso l’Italia, giustificato da fatture, i soldi, secondo l’accusa, ‘‘si ripuliscono’’ ed entrano nelle casse di Telecom Sparkle, che dopo aver trattenuto una percentuale di circa il 5%, li bonifica, aggiungendoci l’Iva, alla I-Globe, ‘‘una società di comodo’’, per gli investigatori, una ‘’scatola vuota’’. I due milioni con l’iva diventano 2 milioni e 280mila euro. La I-Globe dovrebbe pagare i 280mila euro di Iva allo Stato, ma sempre secondo gli inquirenti, rispedisce i soldi a Londra, alla stessa Acumen, con il supporto di ‘‘fatture false’’. Da Londra poi il carosello ricomincia. Acumen rispedisce gli stessi denari, maggiorati dell’iva non pagata, a Telecom Italia Sparkle che a sua volta trattiene il 5% e, aggiungendo nuova iva, bonifica i denari, diventati 2 milioni e 645mila euro, alla I-Globe. Intanto l’inglese Diadem inoltra a Fastweb un bonifico da 747mila euro, giustificato sempre da fatture a fronte di traffico telefonico. Fastweb trattiene la sua percentuale, poi bonifica il resto, maggiorato dell’Iva, alla solita I-Globe. La quale mette insieme i soldi di Telecom Sparkle e quelli di Fastweb e, secondo gli inquirenti, ‘‘senza pagare l’Iva allo Stato, rispedisce tutto alla londinese Acumen’’. In questo giochetto, le tasse italiane, secondo l’accusa, vanno a finire Panama e i giri continuano, anche con altre società. Ai magistrati il compito di individuare le responsabilità tra i personaggi che entrano in gioco. Nell’inchiesta risultano coinvolti diversi protagonisti nel campo delle telecomunicazioni, tra i quali Silvio Scaglia, ex ad e fondatore di Fastweb, Stefano Mazzitelli, ex ad della Telecom Italia Sparkle. Indagato pure Stefano Parisi, attuale amministratore delegato di Fastweb e molto conosciuto a Pescia Romana, dove possiede una casa.
Cronaca
2 Novembre 2011
Le tasse sulla vendita della I-Globe ai russi risultano pagate