CIVITAVECCHIA -di VALENTINA CERRONE
«L´infelice taglio di oltre trenta alberi ultradecennali ubicati all’interno del campo sportivo GE.DI.LA., in fase di ristrutturazione, rappresenta l´ennesimo scempio ambientale perpetrato ai danni del patrimonio arboreo cittadino». Criticano così Simona Ricotti, responsabile della sezione di Civitavecchia del Forum Ambientalista e la presidente di Italia Nostra Roberta Galletta, l’abbattimento delle conifere avvenuto qualche giorno fa per permettere alcuni lavori per l’ampilamento del campo sportivo della GEDILA. «Riteniamo doveroso che l’Amministrazione Comunale e l’Ufficio Urbanistico, che si
presuppone abbia analizzato e verificato la conformità della DIA n. 24245 del 20/05/2010 relativa alla messa a norma dell’impianto sportivo, rendano noto di chi siano la responsabilità di tale gesto – continuano Ricotti e Galletta – e se fosse effettivamente necessario che per modificare la struttura di un impianto sportivo si giungesse a tagliare alberi ultra decennali. Ci piacerebbe sapere se nell’analisi della DIA in questione sia stato richiesto il parere dell’ufficio Ambiente che esiste ancora ed ha, o almeno dovrebbe avere, un suo ruolo . Vogliamo stendere un velo pietoso sulla modalità con la quale si stanno trattando gli alberi all’interno del comune di Civitavecchia – continuano – come la capitozzatura delle acacie di Via Isonzo o dei platani di Viale Guido Baccelli, con quest’ennesimo scempio ambientale che conferma la carenza di sensibilità di questa Amministrazione alla tutela del patrimonio arboreo cittadino. Il taglio di un albero e, nella fattispecie, di una grande quantità di alberi rappresenta sempre un grave danno e un grave torto nei confronti dei cittadini, perché le piante oltre ad essere funzionali all’aspetto gradevole di una città ed a renderla viva, hanno un importante ruolo nel minimizzare gli effetti dell’inquinamento atmosferico ed acustico, nella mitigazione climatica e nel ruscellamento delle acque meteoriche. Per questo gli alberi seppure di proprietà di un privato sono un bene comune che andrebbe preservato e non andrebbero considerati semplici elementi d’arredo legati alla logica consumistica dell’usa e getta, con alberi di continuo trapiantati, destinati a rimanere piccoli e quindi incapaci di assolvere al loro ruolo.
Auspichiamo – concludono Simona Ricotti e Roberta Galletta – che siano individuati ed eventualmente sanzionati i responsabili della strage di alberi avvenuta a via D’Azeglio, ma, soprattutto, che le piante abbattute siano rapidamente sostituite con altrettante di pari valore ambientale».
Cronaca
2 Novembre 2011
L'ennesimo scempio il taglio degli alberi in via D'Azeglio