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    Lettere
    2 Novembre 2011
    Lettera di un italiano disoccupato, in crisi e discriminato

    Sono cittadino italiano! Forse questa è la mia più grave colpa. Mi sento discriminato e colpito da una forma di razzismo incredibile ma reale. Sono sposato con due figli in tenera età. Ho, per avere più possibilità lavorative, frequentato corsi di qualificazione ed ho lavorato presso numerose ditte locali che mi hanno offerto contratti a tempio determinato. Ora che l’ultimo contratto è scaduto, in questo tempo di crisi, non mi è stato rinnovato e non trovo altro lavoro. Così, come molti altri miei colleghi, mi ritrovo disoccupato a girare i pollici. I contratti a tempo determinato non prevedono la mobilità e tanto meno la cassa integrazione. C’è l’indennità di disoccupazione ma la domanda la potrò fare solo a marzo 2010… e nel frattempo.. digiuno! Ora che ho tanto tempo libero seguo la televisione e sento… e ascolto… bisogna inserire nel mondo del lavoro i disabili perché non è giusto discriminarli e per non farli sentire inutili ed abbandonati. Giustissimo! Sono d’accordo; è una funzione sociale e teniamo conto che molti dei disabili lo sono per infortuni sul lavoro! Poi bisogna occuparsi dei tossicodipendenti .. perché attraverso un sicuro lavoro si distacchino dal mondo dello spaccio (di cui spesso sono i promotori) e si inseriscano “nel tessuto sociale”. E perché non dare un buon lavoro agli ex detenuti? Poverini; hanno commesso degli errori: spaccio di stupefacenti, furti, rapine, stupri, omicidi.. ma poi hanno pagato il loro debito alla società ed ora, redenti da indulti e sconti di pena, rientrano nella comunità civile. Possiamo dimenticare gli extracomunitari? Non sia mai! Dobbiamo accoglierli bene, anche se clandestini, e procurar loro ogni sorta d’assistenza per evitare che il bisogno li spinga a delinquere. Voglio chiedere a tutti quei signori che, presuntuosamente, in televisione, tutti i giorni, nei loro “talk show (letteralmente: spettacolo di chiacchiere)”, se non è mai passata loro per la mente l’idea di aiutare i Cittadini Comunitari Italiani a trovare quel lavoro che la Nostra Costituzione, non solo a parole, dovrebbe garantire a Noi Italiani. Ora chiedo un giovane italiano disoccupato che non fa parte di alcuna delle succitate categorie “privilegiate”da chi viene tutelato? Non è questa una forma di discriminazione? Quali possono essere le possibilità lavorative? Esclusa la possibilità di trasformarsi in extracomunitario, a quale categoria conviene associarsi per ottenere un lavoro? Non è vero che gli Italiani non vogliono fare lavori faticosi! I lavori che ho fatto erano faticosi e pericolosi, retribuiti in modo non del tutto adeguato sebbene secondo le norme del contratto nazionale, e li ho svolti volenterosamente.

    Un cittadino Italiano in crisi