di GIAMPIERO ROMITI
Non c’è dubbio: sarebbe imperdonabile, oltrechè ingeneroso, se non dessimo atto a colui/coloro che amministra/amministrano questa ex bella città d’incanto di curare in maniera addirittura maniacale quel poco che resta a livello di godibilità estetica e di “regalare” alla vista non tanto dei bistrattatissimi civitavecchiesi (stiano a “cuccia” e pensino solamente a pagare la tasse seppure in cambio di servizi scadenti) quanto dei crocieristi (o dei turisti per caso, pardon di passaggio) uno spettacolo di rara… bellezza. E’ il segno dell’inesauribile creatività (riconosciuta, declamata ed esaltata dagli immancabili adulatori in debito di riconoscenza per il favore ricevuto, non importa se small, medium, large o extra large) di chi si adopera notte e giorno (1) per fantasticare progetti improbabili; (2) per invitare i creduloni alla lettura di ingialliti (addirittura sbiaditissimi) libri dei sogni; (3) per continuare ad accatastare montagne di polvere sotto il tappeto di un territorio irrimediabilmente stuprato ed ormai condannato a convivere con le innumerevoli servitù plasmate dai capibastone per ottenere il massimo del profitto e concedere il minimo sul versante dell’occupazione, dello sviluppo, dell’ambiente e, ovvio!, di una pur decente vivibilità; (4) per ottenere, infine, tornaconti personali fregandosene altamente dei bisogni della stragrande maggioranza della collettività. Eppoi non manca il guizzo imprevedibile (ed imprevisto), e proprio per questo più gradito, del cadeau pasquale. Sorrisi larghi, soddisfazione alle stelle, gioia irrefrenabile, occhioni lucidi, carichi di commozione. Dal gigantesco uovo di un’amministrazione comunale che pensa a tutto, e non fa mancare nulla, schizzano innumerevoli sorpresissime: il delirio è collettivo, uomini donne e bambini volano sulle ali dell’entusiasmo, il Paradiso è qui.
Dove, per la precisione? Ovunque ti giri, senti il dolce canto degli angeli e ne resti ammaliato.
La Marina? Una stupenda performance di architettura moderna fatta di montagne di mattonelle che da tempo immemorabile non riescono a trovare fissa dimora per un inesorabile blocco dei lavori ordinato dall’alto per alcuni “nei” (chiamiamoli amabilmente e gentilmente così) presenti nel progetto confezionato dal Pincio: la struttura – accuratamente recintata ed imbottita di tonnellate di sano e gradevolissimo cemento armato – è realmente un prezioso regalo per la moltitudine che tra oggi e domani (giornate tradizionalmente dedicate alle passeggiate all’aria aperta) vorrà deliziarsi in quel di Viale Garibaldi a due passi dal mare che c’è ma che dalla zona “sorvegliata” dall’Eroe dei Due Mondi si fa una gran fatica a vedere. E il “vecchio” mercato dove lo mettiamo? Favoloso. Ineguagliabile habitat per i sorci di tutte le taglie: là, dove c’erano i box dei vari esercizi, giorno dopo giorno se ne arruolano centinaia e centinaia, provenienti da tutti i paesi del comprensorio. E, evento stupefacente, pare si stia verificando il miracolo della perfetta integrazione coi gatti: non c’è coprifuoco, non ci sono momenti di palpabilissima drammaticità, i felini non danno più la caccia ai ratti, addirittura (ma rischia di essere una leggenda metropolitana, perchè se fosse sarebbe davvero esaltante) si racconta che, tra un’orgia e l’altra, la notte alcuni bei gattoni e provocanti topolone fanno le ore piccole regalando ai guardoni di turno spettacoli assolutamente strepitosi. Altre sorprese nel megauovo? Certo, non mancano. Piazza XXIV Maggio, ad esempio: un altro capolavoro di design così prezioso da essere ancora rigorosamente “sigillato”. Eppoi? Beh, la disoccupazione giovanile che ha ormai toccato quota 30% a conferma della meravigliosa politica di sviluppo praticata dai nostri amministratori “cortomiranti” o meglio ancora… “pernientemiranti”. Tutto qui? No, di certo. Un altro splendido pacchetto è quello contenente l’inquinamento più variegato: ne abbiamo di tutti i tipi (acutistico, atmosferico e altro ancora) e ce lo teniamo strettissimo perchè è una specialità “donc” (calma, non c’è nessun errore: l’acronimo, lo ripetiamo, è “donc” e sta per “d’origine non controllata) della casa. Ancora? Basta e avanza quanto accennato.
E’ domenica, ma non solo. E’ pure Pasqua, festa doppia dunque. E oggi, come tradizione vuole, sarà il trionfo di pizza e salame. Come dire: ci troviamo nella piena e fantasmagorica metafora dell’amore. E allora? Semplice: amici e amiche non potete nè dovete rinunciare a rimpinzarvi. Augurissimi. A tutti.