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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    L’arte del canto a braccio: un grande successo

    TARQUINIATARQUINIA – Straordinario successo per l’evento fortemente voluto dall’Università Agraria di Tarquinia, dedicato al canto a braccio e ai poeti estemporanei. Convegno del pomeriggio “L’Arte del Canto a Braccio” davvero interessante, che ha trattato con attenzione storia e futuro, di una tradizione forte e radicata. Di grande rilievo l’intervento di Mauro Chechi, un parallelo tra poesia estemporanea e poesia classica, un viaggio nel tempo, ricordando i cantori del passato e le tecniche utilizzate. È poi toccato a Sergio Andreaus, presidente della neonata associazione Tagete presentata in occasione del convegno che nel ricordare i grandi maestri del passato a Tarquinia ha richiamato come esempio quanto accade a Tolfa ,dove la poesia a braccio è addirittura entrata nelle scuole. Toccante il contributo della dottoressa Piera Milo, della Rsa Bellosguardo di Civitavecchia, dove la poesia a braccio è utilizzata a sostegno delle attività dei pazienti con risultati straordinari. Intervento clou e atteso quello di David Riondino, artista di spessore e presidente dell’accademia dell’Ottava, che si è soffermato sulla dimensione internazionale del fenomeno dei poeti estemporanei di cui l’Italia è parte integrante. Un mondo non da studiare come storia, ma da attualizzare con esperienze che guardano all’Europa e al Sud America con un grande fermento anche nell’isola di Cuba. In serata, spettacolo davanti ad un pubblico davvero entusiasta. Prima David Riondino  con la sua chitarra e a seguire Agnese Monaldi, Mauro Chechi, Lorenzo Michelini, Elino Rossi: tutti si sono lanciati in ottave divertenti e malinconiche cantando vizi e virtù della Maremma. Per l’assessore dell’Università Agraria Alberto Blasi “si è trattato di una serata magica”. “Il ringraziamento – ha detto Blasi – va naturalmente a tutti gli artisti presenti oltre alla Fondazione Ca. Ri.Civ. e alla Cooperativa zootecnica viterbese che hanno sostenuto l’evento. Un viaggio in quelle tradizioni che rappresentano l’anima vera di un territorio, quello incarnato anche dai terreni gestiti dall’Università Agraria di Tarquinia. Anche questa è cultura, rurale di brava e povera gente, lontana da alcuni canoni un po’ sciovinisti, credo sia giusto che proprio l’Università Agraria di Tarquinia si faccia carico di non dilapidare questa arte, che a Tarquinia ha avuto uomini di grande spessore come Collotti. Grazie al lavoro encomiabile del nipote Alessio, si sta recuperando la sua memoria e la sua importanza nell’ambito dei poeti estemporanei, obbiettivo una pubblicazione che l’Agraria intende sostenere per proseguire su di un percorso che incontra il consenso della gente vera e non di gruppi di pochi. L’ultimo grazie ad Agnese Monaldi, musa del canto a braccio, che ha scelto Tarquinia come sede della sua attività. È solo grazie a lei che abbiamo trovato il meglio e i cantori più importanti”..