logo
    Cronaca
    2 Novembre 2011
    ‘‘Casalesi in città’’, Mazzola scrive al prefetto

    TARQUINIA – Una foto, quella dell’assessore ai Lavori pubblici Anselmo Ranucci, accostata ad un titolo forte ‘‘Arrivano i casalesi. Lavori del Comune affidati ad una ditta di Casal di Principe. E le imprese locali stanno a guardare’’. In men che non si dica, l’articolo di Luigi Daga su ‘‘Tarquinia città’’, il mensile diretto da Eraldo Delle Monache, genera un putiferio.
    Tutto parte dal bando pubblico per l’affidamento dei lavori per il rifacimento del parcheggio in piazza Tagete, a Tarquinia. Il 19 gennaio scorso l’amministrazione ha affidato i lavori per un importo complessivo di 725.867,90 euro ad una società a responsabilità limitata, la ‘‘Diana costruzioni’’ con sede a Casal di Principe (Caserta) in via Cesare Battisti, 19. Daga, a nome dell’associazione Caponnetto, per la lotta contro le mafie, punta il dito contro la scelta dell’amministrazione comunale: «Spendere quasi un miliardo e mezzo di vecchie lire per realizzare un parcheggio a piazza Tagete, per altro sistemato poco tempo fa – dice – ci sembra uno spreco enorme, per cui chiediamo all’amministrazione di non sottoscrivere il contratto e di utilizzare questi fondi per opere socialmente più utili». Le allarmistiche dichiarazioni di Daga su presunte infiltrazioni mafiose nel territorio fanno scattare dalla sedia il sindaco Mauro Mazzola che, infuriato, ‘‘vomita’’ accuse contro le ennesime insinuazioni di Daga. Un fiume in piena, il primo cittadino, che ieri ha anche deciso di scrivere al prefetto di Viterbo, Carmelo Aronica: «Ancora una volta, il solito Luigi Daga sparge allarmismo, con le presunte infiltrazioni mafiose nella nostra zona». Mazzola chiede l’intervento al prefetto per riportare la situazione alla normalità. «Questa città – scrive il Sindaco – e questo territorio, in un momento di grande sviluppo, non possono permettersi che personaggi interessati soltanto alla propria immagine spaventino la popolazione con affermazioni di tale genere. Mi rivolgo quindi a lei per un autorevole intervento che taciti questi inutili e controproducenti allarmi, se privi di fondamento, o che riporti la legalità, in caso di veridicità delle affermazioni di Luigi Daga. La mancanza di sicurezza che pervade la popolazione ha infatti gravissime ripercussioni sulla vita sociale, avvelenata dal rischio di convivenza con situazioni malavitose, e conseguenze pesantissime in tutti settori dell’economia». Sulla questione, prende la parola anche l’assessore Ranucci in un comunicato di fuoco che titola «Non ci resta che piangere». «Questa volta caro Daga ti sei superato – dice Ranucci – L’odio, il rancore, il sensazionalismo, il catastrofismo che ha sempre contraddistinto la tua vita politica ha superato qualsiasi livello di guardia, decenza e rispetto. Accostare la mia foto al titolo ‘‘Arrivano i Casalesi’’ caro Daga è stato emblematico, perfetta dimostrazione del personaggio che hai incarnato in 50 anni di vita politica. Chi sono lo sa tutta Tarquinia, quello che ho fatto e sto facendo è sotto gli occhi di tutti, sulla mia onestà e trasparenza ci si potrebbe scrivere un libro. Mi dispiace caro Daga di non conoscere gli strumenti per far vincere ditte di Tarquinia anche quando non partecipano alla gara come nel caso del parcheggio di piazza Tagete, di avere collaboratori onesti che non imbrogliano, che seguono le leggi, che in anni e anni di onorato lavoro non hanno mai lasciato sospetti e dubbi sul loro operato. Ma mai come in questo caso sono contento di deluderti e di non essere alla tua altezza. La gara non ha seguito le procedure del massimo ribasso, come vorresti fare intendere, ma quello della media mediata, l’intervento non riguarda solo il parcheggio di Piazza Tagete ma la riqualificazione di tutto il quartiere che va da Piazzale Europa a viale Igea passando per via Tarconte, via Tirreno, via Volsinia, via Tagete, circonvallazione Cardarelli. Che le ditte che hanno partecipato alla gara erano addirittura cento e che tra quelle ammesse non c’era una ditta di Tarquinia e che i documenti che tu ci consigli di richiedere sono chiesti per legge e senza i quali è impossibile stipulare un contratto. L’ennesima bufala politica dell’amico Daga». La polemica è ormai aperta. In città si rincorrono i commenti dei cittadini. Tanti sono solidali con l’amministrazione, molti si domandano invece: «Perché l’appalto non è stato suddiviso a stralci per dare la possibilità alle piccole ditte locali di partecipare?». (Ale.Ro.)