CIVITAVECCHIA – Altro che incidente, tragedia sfiorata o pericolo imprevisto, c’è qualcuno che il crollo di una parte della palazzina su lungomare Thaon de Revel lo aveva immaginato eccome. Ciò che stupisce è il fatto che sul tavolo del sostituto procuratore della Repubblica, Margherita Pinto, della previsione non vi sia traccia. Eppure un cittadino lo scorso febbraio, due mesi prima del crollo, ha presentato un esposto alla Polizia municipale parlando di ‘‘scavi sospetti’’ proprio dove si è verificato il cedimento strutturale dell’edificio e richiedendo urgentemente un sopralluogo. Tanto che i vigili hanno investito del problema l’ufficio Urbanistica del Comune che tramite un tecnico ha proceduto a controllare l’area e a certificare l’assenza di pericoli. Il cittadino, abitante in un appartamento attiguo a quello crollato, non si è accontentato della risposta e ha presentato un nuovo esposto alla Polizia municipale, questa volta più dettagliato. E nei giorni successivi è stato contattato dai Vigili del fuoco: «Ci sono crepe nel suo appartamento? – si sarebbe sentito domandare telefonicamente – Se non ci sono, allora può stare tranquillo che non corre alcun rischio». Difatti l’appartamento dell’uomo è integro, rafforzato tra l’altro dal primo muro di contenimento realizzato dalla ditta incaricata. I problemi interessano il secondo scavo, oggetto di esposto, quello che solo per un caso non ha prodotto vittime. Come mai il tecnico dell’Urbanistica, intervenuto sul posto, non si è reso conto che la facciata dell’edificio sarebbe potuta crollare? E soprattutto perché la Procura della Repubblica e la Polizia dei due esposti presentati da un cittadino preoccupato non sono a conoscenza? Una vicenda ricca di lati oscuri e ancora tutta da chiarire, dopo la denuncia d’ufficio a carico del titolare della ditta e del direttore dei lavori per il reato di disastro colposo.
Cronaca
2 Novembre 2011
Lungomare, il crollo si tinge di giallo