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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Mafia, un arresto anche a Montalto di Castro

    MONTALTO DI CASTRO – C’è anche un operaio domiciliato a Montalto di Castro tra le sei persone finite in manette nell’ambito dell’operazione ‘‘Game Over’’ della polizia di Enna. Ivano Antonio Di Marco, 36 anni, nato a Catania, residente a Raddusa, ma da tempo domiciliato a Montalto di Castro, è stato arrestato all’alba dalla squadra mobile di Viterbo e di Enna, dopo un lungo appostamento durato diverse ore. L’accusa, per lui come per gli altri arrestati, è di associazione a delinquere di stampo mafioso. Destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Caltanissetta, insieme a Di Marco sono: Angelo Maria Gloria, 38 anni, imprenditore edile di Enna; i fratelli Giuseppe, Salvatore e Pietro Stella, di Raddusa, manovali, rispettivamente di 45, 44 e 48 anni e Calogero Silvio La Malfa, inteso Gerry, di Piazza Armerina, 49 anni, impiegato presso l’Ufficio Regionale per l’incremento turistico, unico incensurato. Sono tutti accusati di far parte della cosca guidata dal boss Salvatore Seminara. L’operaio domiciliato a Montalto, dopo laboriose indagini, è risultato appartenere ad una cosca mafiosa attiva nella provincia di Enna, uomo di fiducia dei capi e gestore di diverse attività illecite del sodalizio criminale. In particolare Ivano Antonio Di Marco era legato da uno strettissimo rapporto di dipendenza gerarchica rispetto al vertice dell’organizzazione ed era anche il depositario della contabilità e della cassa della stessa. Nel dettaglio, secondo gli inquirenti, Gloria avrebbe «supportato stabilmente le attività di Cosa Nostra, in particolare della famiglia di Enna, dalla quale riceveva vantaggi e sostegno alla sua attività imprenditoriale». Giuseppe Stella e successivamente Ivano Di Marco, Salvatore e Pietro Stella, si sarebbero invece occupati della gestione delle ‘‘case da gioco’’ clandestine, una delle quali realizzata in un agriturismo dell’ennese formalmente intestato alla moglie di Gerry La Malfa. L’operazione, coordinata dai magistrati della Dda di Caltanissetta, costituisce la prosecuzione di due precedenti blitz antimafia, ‘Green Line’ e ‘Old One’, scattati tra i mesi di giugno e luglio del 2009. In quell’occasione la Squadra Mobile di Enna eseguì complessivamente 22 ordini di custodia cautelare con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione. Tra gli arrestati, il presunto boss Salvatore Seminara, indicato dagli inquirenti come il capo provinciale di Cosa Nostra, Tano Drago, ritenuto il suo braccio destro e Giancarlo Amaradio, definito il referente per la famiglia di Enna. Secondo gli investigatori le persone arrestate oggi farebbero parte della stessa cosca, specializzata nel controllo di appalti pubblici e nella gestione di alcune bische clandestine. Una delle figure di spicco nella gestione della ‘’casa da gioco’’ clandestina, è quella di Angelo Maria Gloria: l’imprenditore edile avrebbe svolto il ruolo di intermediario tra esponenti mafiosi di primo piano ed una ditta che effettuava lavori edili a Piazza Armerina, alla Villa Romana del Casale, alla quale doveva essere imposta l’assunzione di Giuseppe Stella, anche lui tra gli arrestati, e la scelta dei fornitori. Quando in un cantiere di Gloria fu rubato un escavatore, la cosca si incaricò di risalire agli autori del furto e risarcire l’imprenditore del danno subito. Giuseppe Stella, invece, avrebbe avuto già dal 2007 l’incarico di seguire per conto del presunto boss Salvatore Seminara e del suo braccio destro Gaetano Drago la gestione della ‘‘casa da gioco’’ clandestina realizzata nell’agriturismo messo a disposizione da Calogero Silvio La Malfa, detto Gerry, formalmente di proprietà della moglie ma di fatto appartenente ad una società formata da Seminara e Drago che avrebbero sempre sostenuto anche economicamente l’attività. Dopo l’arresto di Drago e Seminara, La Malfa avrebbe fatto pervenire alle famiglie, per il sostentamento dei due arrestati, 3 mila euro. A Giuseppe Stella, accusato di avere fatto la cresta sui guadagni della cosca, sarebbe subentrato nel 2009 Ivano Di Marco, coadiuvato dagli altri due fratelli Stella, Salvatore e Pietro. Questi ultimi davano un mano anche nella gestione della bisca fino al 17 giugno del 2009, giorno del blitz della Squadra Mobile di Enna che interruppe un baccarà al quale stavano partecipando una trentina di persone, provenienti da varie località della Sicilia, sequestrando circa 27 mila euro in contanti e 22 mila euro in assegni sul tavolo da gioco e addosso ai giocatori. Di Marco, dopo il blitz della polizia, sarebbe stato incaricato da Drago di condurre una indagine interna all’organizzazione per capire se l’operazione fosse scaturita da una “soffiata” e cercare di identificare l’eventuale spia. Stamattina, l’operaio, accompagnato in Questura, dopo le formalità di rito, è stato associato presso la locale casa circondariale e messo a disposizione dell’autorità giudiziaria.