di VALENTINA CERRONE
CIVITAVECCHIA – «Giovanni Paolo II l’ho incontrato più volte a Roma, con lui ho concelebrato due volte la messa nella sua cappella privata e l’ho incontrato quando venne a Volterra in visita ufficiale, il 23 settembre del 1989, una giornata stupenda» Ha tanti ricordi di Karol Wojtyla, il vescovo Luigi Marrucci, che con un gran sorriso parla del papa beato. «Di lui mi ha colpito il grande amore per Gesù e il suo invito costante alle persone e ai paesi ad aprire le porte, i sistemi politici, le frontiere. Un grande annunciatore della verità – continua il vescovo – che ha girato il mondo per annunciarla, in tutte le latitudini e le longitudini. Un’accoglienza di Dio, la sua, quotidiana, calata nella realtà di tutti i giorni. Non mi ha sorpreso la sua beatificazione – continua Marrucci – : la dichiarazione della Chiesa è ciò che il popolo di Dio aveva già riconosciuto.
Prima dell’ufficialità c’è stato il modo di karol Wojtyla di accogliere il messaggio cristiano che lo aveva già proclamato beato. Il suo motto più importante resta il vivere in pienezza l’essere figli di Dio e questo testimone l’ha lasciato ai giovani. Lui credeva in loro, profondamente, il testimone lo ha lasciato nei loro cuori, per questo milioni di ragazzi e ragazze continuano a muoversi pur di testimoniare l’amore che provano per lui. Il suo cuore – conclude il vescovo – era giovane e veniva rinnovato continuamente dalla fede.