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    Amministrazione
    2 Novembre 2011
    Mensa e scuolabus, è caos

    CIVITAVECCHIA – «A che cosa servono i servizi sociali del Comune se non garantiscono un sostegno alle persone in difficoltà?». Se lo chiede Darna Vazques Magaly, una giovane mamma di una bambina di otto anni, vedova e con lavoro precario, che si è rivolta al Pincio per il servizio gratuito di mensa scolastica e scuolabus vedendosi respinta la richiesta per l’assenza, sostengono dagli uffici, di una firma. Come lei è accaduto ad altre 72 famiglie, sulle 130 che hanno presentato la stessa richiesta. «Un problema burocratico che si sarebbe potuto risolvere – ha spiegato la signora Darna – quando abbiamo presentato la richiesta ci è stato chiesto anche un recapito telefonico: cosa costava chiamare e comunicarci la necessità di questa firma, prima di respingere la richiesta e metterci nei guai? Mia figlia deve andare a scuola, peraltro dell’obbligo ancora, e noi abitiamo in periferia: sostenere le spese per la mensa e per il trasporto è un onere non indifferente per chi, come noi, è solo. Io, vedova da sei anni, tre anni fa chiesi il sussidio, ma anche quello mi è stato negato: almeno mi garantiscano questo esonero». Al Comune, lei come le altre mamme che oggi si trovano nella stessa situazione, chiedono di poter rivedere le pratiche e cercare di risolvere la situazione. «Perché se su 130 richieste 72 sono state quelle respinte – hanno spiegato – forse c’è qualcosa che non va». Sulla vicenda si sono mossi anche i sindacati, con Flavio Zeppa della RdB che ha spiegato come «da quest’anno la mancanza della firma nella dichiarazione sostitutiva unica è considerata elemento di nullità – ha spiegato – ma nel documento principale, l’Isee, questa sigla c’è: ed è consultabile al Caf. Bastava una telefonata al diretto interessato, quindi, oppure al patronato per evitare ogni problema. Anche perchè stiamo parlando di servizi essenziali a persone bisognose. Applicare un’attività burocratica e restrittiva non è quanto deve essere svolto in un ufficio come quello dei Servizi Sociali che, invece, dovrebbe essere al fianco di queste famiglie. Non vorremmo che questo fosse il modo per lavorare di meno e far risparmiare l’amministrazione comunale».