di LUCA GUERINI
CIVITAVECCHIA – Meraviglioso. Stupefacente. Non si hanno aggettivi per descrivere quello che è stato Ciak si gira! l’ultimo one-man show di Arturo Brachetti presentato in cartellone al Teatro Traiano (si replica stasera e domani ore 21). Per la direzione artistica aver portato a Civitavecchia uno spettacolo mondiale è un successo indescrivibile che pone in primo piano la struttura locale. Il teatro scoppiava di applausi e timido sul palco l’esperto Brachetti ringraziava commosso. Tornare a casa è sempre un’emozione – ha confessato quasi con una lacrima agli occhi – parlare italiano è una cosa bellissima”. Già perchè quel bimbo che cominciava presto a giocare con i costumi e i vari personaggi (Mio padre mi diceva sempre: attore sì, travestito no ha raccontato con il sorriso) abbandonò presto lo Stivale seguendo le orme dei grandi maestri transalpini il cui tratto è riconoscibile nei gesti veloci di Brachetti. E’ inspiegabile quello che faccia l’artista in pochi secondi ed è proprio quella la magia che lascia a bocca aperta non solo i molti bambini che lo hanno applaudito, ma anche i più grandi che riscoprono di poter sognare. Se il teatro è evasione, questo è uno spettacolo che andrebbe proposto ovunque per la sua grande valenza anche sociale, perchè in due ore di esibizione si respira aria fatata. Da cowboy a vescovo, da Napoleone a Cleopatra Brachetti diventa l’illusionista, il narratore di una storia bellissima fatta di immagini e personaggi che appartengono alla memoria di ognuno di noi. Il pubblico del Traiano ovviamente ha reagito con grande stupore dapprima non capendo il modo in cui fosse possibile passare in pochi attimi dal costume di Spiderman a quello di Zorro, ad esempio, poi è scoppiato subito e fragoroso l’applauso che ha scandito momento per momento l’allestimento. Non è possibile contare gli applausi a scena aperta che testimoniano la suprema arte di Brachetti, il quale si dimostra anche alla mano scherzando e colloquiando con i presenti in sala e salutandoli personalmente alla fine dello spettacolo. Meravigliosa è la sequenza in cui l’artista torna a giocare con le ombre cinesi (addirittura presentando la Tour Eiffel con il suo caratteristico taglio di capelli) e con pochi gesti riesce a presentare alla platea del Traiano uno zoo di animali ognuno con le proprie caratteristiche e fisionomie. Il maggiore livello di questo spettacolo è inoltre nella scenografia che riproduce fedelmente i vari ambienti in cui agiscono i suoi personaggi con un particolare gioco di luci, ombre e fari di grande suggestione. Già perchè il filo rosso che unisce i vari passaggi è quello del cinema che indubbiamente per un artista come Brachetti è fonte infinita di caratterizzazioni e ruoli. Dalla prima visione al cinematografo al dopolavoro Fiat parte un racconto anche personale che vede protagonisti i grandi registi della storia del cinema, omaggiati da un bellissimo video. Nell’epilogo come insegnano i fuochisti, arriva infine un tour de force per l’artista visibilmente stremato nel passare in rapida successione oltre trenta personaggi diversi. Ma del resto si parla di magia, quella del teatro. Appunto.