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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Mercato, incendi e intimidazioni

    CIVITAVECCHIA – Due attentati incendiari a poche notti di distanza l’uno dall’altro. Due atti intimidatori al mercato allestito sulla trincea ferroviaria. Una faida? Minacce agli operatori da dentro o fuori il mondo del mercato? Al momento non viene esclusa alcuna ipotesi, anche se tutto lascerebbe pensare che le intimidazioni siano frutto della tensione creatasi tra gli stessi operatori commerciali dal momento in cui Palazzo del Pincio, dopo vari ripensamenti e non poche liti tra gli stessi commercianti, ha proceduto all’assegnazione definitiva degli spazi all’interno e all’esterno dei tendoni.
    Stanno indagando i carabinieri, dopo gli episodi che hanno coinvolto prima Pino Sammarco, poi Enrico Pagliarini. Il primo, che a capodanno aveva scoperto che qualcuno aveva tentato di bruciare uno dei suoi banchi, si è lasciato andare a dichiarazioni pesanti: “Il mercato provvisorio è in mano a poche persone, che lo gestiscono in un regime quasi mafioso”, ha dichiarato ai mass media locali. “Non so perché hanno tentato di dare fuoco al banco – ha dichiarato Sammarco – non capisco perché qualcuno vuole che io chiuda. Ho scoperto il fatto la mattina del primo gennaio. Il giorno dopo ho avvertito i Carabinieri ed è stato constatato che si è trattato di un tentativo di incendio. Il banco non è aperto perché me l’ha fatto chiudere il sindaco. Ho un altro banco attivo, mi spetta di diritto anche se ho due licenze e me le hanno accorpate, mentre altri con una licenza si ritrovano con tre spazi a disposizione. È da diverso tempo – ha aggiunto Sammarco – che avverto le istituzioni, a partire dal Comune. Al mercato siamo come su una bomba ad orologeria. Si va avanti a minacce, tutti i giorni, e sinceramente ho paura, perché ho un figlio di 27 anni, senza lavoro, e non vorrei che succedesse qualcosa di grave. Sono in tanti che la pensano come me. L’ho denunciato, ho avvisato chi di dovere, a partire dal sindaco, anche quando sono stati riassegnati i banchi. L’ho fatto e continuo a farlo perché quando succederà qualcosa nessuno potrà dire di non sapere che la situazione era questa”. Ieri notte, invece, è toccato al banco di Enrico Pagliarini, un altro degli operatori storici del mercato, proprio all’ingresso, lato monte, del capannone dell’ortofrutta. Il figlio, Simone Pagliarini, ha raccontato di essere arrivato intorno alle 2 e mezzo al mercato e di aver notato le fiamme. Stava andando a fuoco il telo di copertura per il materiale posto sotto il banco, dove c’era anche una pozza di benzina, con una scia del liquido infiammabile che arrivava fino all’esterno dove, con ogni probabilità, erano state appiccate le fiamme.