di LUCA GUERINI
CIVITAVECCHIA – Una lezione importante è quella di essere sempre educati e rispettosi, spesso è difficile bisogna ammetterlo soprattutto quando ci si mettono in mezzo problemi tecnici di varia natura, ma sempre bisogna esserlo. Dispiace molto il tono con cui Amedeo Minghi si è rivolto alla platea pagante del Teatro Traiano sabato sera. L’evento era uno dei più attesi della stagione visto il ricco numero di fans in città. Come un dipendente non può offendere il suo datore di lavoro, così un’artista non può rispondere in maniera arrogante al pubblico, ricordiamo ancora una volta pagante e agli strumentisti in una sera che, dopotutto, intendeva essere di beneficenza per ben più nobili motivi. Questo forse è stato dimenticato quando il pubblico ha chiesto di eseguire alcuni tra i più apprezzati brani al cantautore ed egli ha risposto dal palco che quello non era un concerto a richiesta, ma avrebbe eseguito solamente la scaletta concordata. Il peggio è stato però quando al termine di “Un uomo venuto da molto lontano” il protagonista ha dichiarato con disprezzo che quello civitavecchiese è stato l’unico pubblico a non aver effettuato una standing ovation dedicata al defunto Santo Padre, a cui la canzone era dedicata. Poco dopo anzichè scusarsi l’artista ha rincarato la dose “Un pubblico come questo non mi era capitato mai, mi aspettavo che vi alzaste durante il video”. Dalla platea uno spettatore risentito ha commentato quasi scusandosi “abbiamo pianto”. Così in molti rumoreggiando hanno abbandonato la sala offesi dal reiterato comportamento dell’artista. Continuando a rimproverare il problema tecnico alle cuffie Minghi si è poi scagliato contro musicisti e addetti di palco, giudicati sommariamente incapaci a svolgere egregiamente il proprio compito dichiarando “…Oltre che uno li fa lavorare!”. Scene veramente inaudite per i molti spettatori che avevano quasi fatto registrare il tutto esaurito al Traiano. Si può essere tipi nervosi, ma prendersela con pubblico pagante, musicisti e tecnici in una serata di beneficenza sembra davvero un po’ troppo…