TARQUINIA – E’ un bilancio ricco di soddisfazione quello che traccia il Comitato Cittadini Liberi di Tarquinia sui primi monitoraggi autogestiti dell’aria svolti nel 2008 e nel 2009 sul territorio dell’Alto Lazio. È giunta a conclusione la prima fase di un percorso intrapreso “per difendere questa terra dagli inquinatori e dal degrado morale indotto dalle compensazioni”. A contribuire ad un progetto parso inizialmente impossibile sono stati tantissimi cittadini di Tarquinia, affiancati dalle cooperative agricole, dal Consorzio di Bonifica della Maremma Etrusca, da varie Aziende agricole e non agricole, da altre comunità laziali e da un gruppo di Amici di Capalbio. Complessivamente sono stati raccolti circa 80.000 euro grazie ai quali sono stati condotti i primi due monitoraggi. I risultati saranno presentati sabato 19 giugno alle 17 presso il monastero delle Benedettine in via Umberto I a Tarquinia. “La realizzazione del monitoraggio autonomo aiuta a prevenire ulteriori danni alla nostra salute, nonchè alla nostra economia, agricola e turistica – spiega il Comitato Cittadini Liberi – perché aumenta la nostra consapevolezza sui danni provocati da scelte industriali scellerate di cui siamo cavie. Altrettanto importante è la possibilità di attribuire precise responsabilità per le illegalità che segnano la storia dei grandi impianti energetici costruiti nell’Alto Lazio. È per questo che mentre presentiamo il monitoraggio non smettiamo di denunciare la corruttela di chi ha scelto la complicità e il silenzio, nonostante i cittadini lo avessero delegato a prendersi cura di loro continuando a dire no. Oggi le nostre preoccupazioni aumentano, perché tra i primati negativi di Civitavecchia vi è pure quello di luogo scelto dalla cricca per concludere turpi affari all’ombra delle ciminiere, un fatto che getta una luce ancora più inquietante sulla palese volontà di industrializzare questo territorio. L’inquinamento non è solo atmosferico; nell’aria s’avverte il tanfo di poteri occulti e mafie comunque declinate”. I monitoraggi realizzati nel 2008 e nel 2009, sottolineano dal comitato, rappresentano solo l’inizio. “La parte più delicata da sviluppare riguarderà l’esame dei tessuti colpiti da malattie tumorali – proseguono – che conservano spesso traccia delle sostanze scatenanti la patologia. I tessuti in questione sono conservati nei centri che hanno effettuato l’esame istologico e la loro utilizzazione per fini di studio può essere autorizzata solo dai legittimi proprietari. Per questo abbiamo interpellato tutti i medici di Tarquinia, consapevoli che senza il loro aiuto di testimoni di sofferenze dovute in vario modo all’inquinamento non potremo continuare il percorso iniziato. Sono oltre 100.000 le sostanze di origine industriale immesse nell’aria, nell’acqua e nel suolo dagli inquinatori e da queste parti ne stiamo facendo una collezione ampia”.
Cronaca
2 Novembre 2011
Monitoraggio ambientale autogestito: pronti i primi risultati