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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Montericcio: là dove finisce la civiltà

    TARQUINIA – Strade colabrodo, pericolose e praticamente impossibili da percorrere, anche quando la pioggia non è delle più forti. Vie di comunicazione che spesso, con il maltempo, vanno letteralmente in tilt, costringendo le oltre venti famiglie residenti, a vivere per giorni interi isolati dal resto della città, senza poter comunicare né con il telefono fisso né con il cellulare. Perché lì, dove finisce la civiltà, non c’è nemmeno un ripetitore per la telefonia mobile. Non è il terzo mondo, ma solo Montericcio, la località a ridosso del Mignone, pressoché dimenticata dalle istituzioni, e in primis dalla Provincia di Viterbo, ente proprietario delle strade, che da anni non mette mano alla manutenzione delle arterie ormai piene di buche, come fossero groviere pronte a trasformarsi in grandi pozze d’acqua in caso di piogge che impediscono persino il passaggio dello scuolabus. Cunette e canali di scolo sono ormai otturati; e spesso i cittadini residenti sono costretti a rimboccarsi le maniche da soli per riattivare la viabilità, spalando la strada con mezzi di fortuna. In questo luogo, ‘‘dimenticato da Dio e dagli uomini’’, neanche i vigili del fuoco riescono ad effettuare interventi per le difficoltà a percorrere la strada. Lo stesso dicasi per i carabinieri, recentemente rimasti in panne con la macchina nel tentativo di andare a soccorrere alcuni cittadini che avevano richiesto aiuto. Proprio nei giorni scorsi, alcuni residenti sono rimasti bloccati con le proprie auto lungo la strada provinciale 97, a causa del maltempo. Il disagio è stato tale che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo. Così, in gran massa, i rappresentanti delle venti famiglie residenti a Montericcio, si sono recati in caserma per fare le proprie rimostranze. Ne è scaturito un verbale di ‘‘denuncia-esposto’, inviato dai carabinieri della stazione di Tarquinia, diretti dal comandante Stefano Girelli, alla Provincia di Viterbo e per conoscenza anche alla prefettura, alla Procura, alla Regione e al Comune, con l’intento di chiedere alle istituzioni competenti un intervento urgente in favore della popolazione. L’assurdo, peraltro, risiede nel fatto che la provinciale 97 è anche considerata la via di fuga di Monte Romano, da utilizzare nel caso di interruzione dell’Aurelia bis. Ma allo stato dei fatti, per la gran parte dell’inverno, l’arteria è quasi del tutto impraticabile. (Ale.Ro.)