TARQUINIA – Dalla Germania all’Italia e forse pure Tarquinia. Un caso sospetto di “mozzarella blu” potrebbe riguardare la città etrusca. Ad imbattersi martedì nel latticino cosiddetto dei ‘‘puffi’’ è stata una tarquiniese che lunedì sera ha acquistato presso un alimentari della città una confezione da 100 grammi contenente due mozzarelle. La confezione, a quanto pare completamente sigillata, è stata riposta nel canestrino del figlio che frequenta la scuola dell’infanzia. Al momento del pasto, presso un istituto cittadino (che fornisce il primo piatto, lasciando a carico delle famiglie il secondo e contorno), la suora del refettorio ha aperto la confezione accorgendosi del colore blu di una delle due mozzarelline. Immediatamente è stata avvertita la mamma del bambino che a sua volta ha provveduto ad effettuare la segnalazione presso la locale caserma dei carabinieri. Stamattina i militari del luogotenente Stefano Girelli hanno consegnato l’alimento in questione presso l’istituto Zooprofilattico di Viterbo per le opportune analisi, i cui risultati saranno noti solo nei prossimi giorni. Il sospetto, ma ancora non ci sono riscontri, è che si sia trattato di un episodio generato dal batterio Pseudomonas (fluorescens o aeruginosa), già da giugno rilevato in tutta Italia in molte confezioni di latticini. Martedì pomeriggio i carabinieri, subito dopo aver appreso la notizia, si sono recati presso il negozio dove la donna il giorno precedente (4 ottobre) aveva acquistato la mozzarella. I militari hanno verificato l’eventuale presenza di prodotti analoghi per bloccarne, nel caso, la vendita. Le mozzarelle dello stesso marchio, vendute in offerta speciale, forse perché prossime alla scadenza (quella acquistata dalla tarquiniese riportava la data del 12 ottobre), erano dodici ma già tutte vendute. Al momento tra gli acquirenti non risultano segnalazioni. Ciò lascerebbe supporre che si sia trattato di un caso isolato. Anche perché la confezione acquistata dalla sfortunata mamma conteneva due mozzarelle, una delle quali trovata perfettamente integra, di colore bianco. Oggi pomeriggio i Nas di Viterbo si sono recati al negozio, dove è stato acquistato il latticino, per controllare la provenienza del prodotto commercializzato da un noto marchio, peraltro non ancora conosciuto tra quelli su cui è stato riscontrato il batterio. I carabinieri della stazione di Tarquinia hanno presentato la segnalazione in Procura per ‘‘adulterazione di cibo’’, nell’attesa che le analisi chiariscano di cosa si tratti. Esterrefatto il titolare dell’esercizio commerciale che ha immediatamente provveduto a bloccare l’acquisto di una nuova partita di mozzarelle della stessa marca, per evitare di incorrere nello stesso problema. Non si tratta del primo caso di ‘‘alimento sospetto’’ a Tarquinia. Nei giorni scorsi, infatti, sempre i carabinieri si sono imbattuti nella segnalazione di un consumatore che ha acquistato una bottilgia di passata di pomodoro. All’interno è stato trovato un ammasso simile a brandelli di topo. Le recenti analisi hanno però dimostrato che si trattava di un grumo di muffa, forse dovuto ad una confezione non perfettamente sigillata o mal conservata. In quel caso i carabinieri per prevenzione hanno sequestrato l’intero scaffale e i Nas hanno effettuato controlli a campione, con esito negativo. Non ci sono state, pertanto, ripercussioni di alcun tipo. Ale.Ro.
Cronaca
2 Novembre 2011
Mozzarella blu: un caso sospetto a Tarquinia