Cinque aziende della Tuscia, 45 della provincia di Roma, di cui 8 di Civitavecchia, sono pronte a mettersi in gioco per il nucleare. Questo è quanto emerso ieri a Roma al ‘‘Supply Chain Day’’, meeting nazionale di Enel e Confindustria con le aziende dell’industria, dedicato alla filiera del nucleare. Nel corso dell’incontro, Enel ha illustrato alle aziende interessate l’avanzamento delle varie tappe del processo di coinvolgimento e di qualificazione dell’industria nei progetti con tecnologia Epr, relativi alla ripresa del programma per la produzione di energia nucleare in Italia, che saranno realizzati da Enel-Edf. Ad oggi sono in tutto 55 le aziende del Lazio già coinvolte, attraverso la registrazione sul portale dedicato, nella fase di ‘’Market Survey’’ che Enel ha avviato in tutta Italia con l’obiettivo di mappare il know-how e le competenze in materia di nucleare presenti sul territorio nazionale. Il Market Survey costituisce il primo passaggio di un percorso che porterà alla successiva fase di qualificazione delle imprese (in base a determinati requisiti tecnici, qualitativi, economico-finanziarie legali), per arrivare infine all’invito alle gare di appalto. «Le aziende del Lazio – si legge nella nota dell’Enel – già registrate rappresentano circa il 10% del totale delle aziende italiane, a conferma dell’importante ruolo della regione nell’ambito del rinascimento nucleare avviato in Italia con la legge 99 del 2009». Secondo Enel “il programma nucleare italiano porterà «un impatto occupazionale importante, in quanto la realizzazione di ciascuno dei 4 reattori previsti con tecnologia Epr prevede l’impiego di 3.000 risorse dirette e 6.000 dirette e indotte nella fase di cantiere (circa 5 anni), mentre, una volta in esercizio, si stima che ogni impianto darà occupazione stabile, diretta e indiretta, a circa 1.000 persone per i 60 anni di vita utile. Inoltre, è previsto uno sviluppo accelerato del sistema formativo (istituti tecnici e Università), in cui dovranno essere incrementati i corsi dedicati al nucleare, e del mondo della ricerca: dal ritorno al nucleare, si attendono infatti almeno 2.000 nuovi posti di lavoro qualificati per i tecnici nucleari italiani entro il 2013». «La diversificazione del mix energetico con il nucleare – ha detto Fulvio Conti amministratore delegato di Enel – è quindi indispensabile per consentire alle imprese italiane di competere a parità di condizioni con le altre realtà europee Secondo le stime di Confindustria, per la realizzazione delle centrali in Italia sono previsti investimenti complessivi per circa 30 miliardi di euro, il 70% dei quali si stima possa rappresentare la quota che le aziende italiane potrebbero essere chiamate a gestire. Il solo piano di Enel-EDF, in particolare, attiverà 16-18 miliardi di euro in termini di investimenti. La competenza delle aziende nazionali è confermata dal fatto che attualmente a Flamanville, in Francia, ben 45 aziende italiane sono coinvolte a vario titolo nella costruzione del nuovo reattore EPR di EDF, in cui anche Enel ha una partecipazione».
Cronaca
2 Novembre 2011
Nucleare, tante imprese rispondono all’appello dell’Enel