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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Omicidio-suicidio: spunta una seconda lettera

    MONTALTO DI CASTRO – Spunta una seconda lettera nell’ambito dell’inchiesta sul caso dell’omicidio-suicidio dei coniugi Bondi di Canino. Proprio ieri, nel giorno dei funerali, è stata scoperta una seconda missiva lasciata dal gioielliere Giuseppe Bondi che ricalcherebbe sostanzialmente il tenore della precedente, vale a dire la richiesta di perdono e la voglia di farla finita. Gli inquirenti stanno lavorando ancora una volta per l’accertamento calligrafico, anche se pare non ci siano dubbi sulla mano che l’ha scritta. Intanto ieri pomeriggio in migliaia hanno voluto dare l’ultimo saluto alla coppia conosciuta anche a Tarquinia e Montalto di castro. «Giuseppe e Lorena sono un modello di amore, di fronte a tutto, questo è un dato di fatto e tutti noi lo sappiamo, perchè li conoscevamo bene, poi tutte le altre cose lasciamole fuori dalla chiesa». E’ questo uno dei passaggi dell’omelia di Don Pino, uno dei tre parroci di Canino durante i funerali nella chiesa della Collegiata dei santi Giovanni e Andrea. Il parroco ha anche chiesto cinque minuti di silenzio. Poi si è rivolto al figlio Francesco, ricordandogli di portare sempre nel cuore in modo positivo il ricordo dei genitori, mentre, rivolgendosi alla comunità caninese, ha chiesto di continuare l’amicizia e la vicinanza nei confronti del giovane. Parole toccanti che hanno messo ancora in risalto la storia d’amore che viveva la coppia, nonostante la malattia che aveva colpito Lorena, anzi proprio questa l’aveva rafforzato, fino al punto di far cadere in depressione il gioielliere, il “male oscuro” lo avrebbe assalito proprio per paura di perderla. A dare l’ultimo saluto alla coppia, c’erano almeno 2000 persone, tanti anche gli amici venuti dai paesi dove avevano le loro attività, tra cui Tarquinia e Montalto di Castro. In quest’ultima cittadina tutti i negozi lungo il viale Aurelia- Tarquinia, hanno tenute abbassate le serrande fino alle 17. Decine i mazzi di fiori e corone portati sul sacrario della chiesa. Intanto i primi risultati dell’autopsia confermerebbero la morte della donna per asfissia, già dalle prime ore dopo la tragedia dal racconto dei parenti saltò fuori che Giuseppe Bondi mise un cuscino sul viso della moglie dopo averla colpita con una roncola, poi prese una corda e si impiccò nella taverna della villa.